In piazza col volto coperto? Il Brasile lo vieta (e la sinistra nostrana fa finta di niente)

17 Feb 2014 18:55 - di Desiree Ragazzi

Grazie a una certa sinistra in Italia estremisti e centri sociali possono distruggere banche, vetrine e auto. Possono lanciare bombe carta e attaccare carabinieri e poliziotti. Quando scendono in piazza hanno, in sostanza, carta bianca. E chi nel centrodestra, per fermare la loro furia, chiede misure più dure rischia la gogna mediatica. Le cose cambiano quando le proteste scoppiano in un paese a guida social-comunista come il Brasile. Lì perseguire chi contesta con il volto dipinto o nascosto da un casco è legittimo. E nessuno si scandalizza. Da quasi un anno a Brasilia come a Rio de Janeiro o a Porto Alegre in migliaia puntualmente scendono in piazza, lanciano sassi e molotov, distruggono vetrine, incendiano auto e alzano barricate. Protestano perché ritengono che i soldi investiti dal governo guidato dall’ex guerrigliera comunista Dilma Roussef  nei mondiali di calcio siano un inutile spreco. Scontri che hanno provocato anche la morte di un cameramen che stava filmando una manifestazione di protesta a Rio de Janeiro. Ma ci sono proteste e proteste e quelle contro il governo di Roussef non sono politicamente corrette. Ergo, per reprimerle tutto è lecito. Anche le leggi speciali. È quello che ha, appunto, pensato di fare l’esecutivo guidato dall’ex ministra di Lula: invierà al Parlamento un progetto di legge per arginare gli episodi di violenza nei cortei di protesta che aumenta le pene in caso di danni al patrimonio pubblico e vieta ai manifestanti con il volto coperto di circolare senza documento di identità. La proposta, che sarà presentata al Congresso di Brasilia entro questa settimana in carattere di urgenza, aggrava anche la pena per gli autori di lesioni personali. «Chi vorrà scendere in piazza con il volto dipinto potrà farlo, ma il progetto vieta l’anonimato. È permesso l’uso di maschere, purché coloro che le usano si identifichino alle autorità di polizia», ha precisato al quotidiano Estado de S.Paulo il ministro della Giustizia, José Eduardo Cardozo. «Nessuno può infiltrarsi nelle manifestazioni per depredare il patrimonio, aggredire, uccidere e non essere punito», ha aggiunto il ministro. Una legge che i media e i leader della sinistra non si azzardano a contestare. E sulla quale scende il silenzio.

 

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