Merkel nella bufera. Licenzia il ministro dell’Agricoltura che ha insabbiato uno scandalo di pedopornografia

15 Feb 2014 12:01 - di Redazione

È una brutta grana per la cancelliera Angela Merkel il caso di pedopornografia che vede coinvolto un deputato socialdemocratico, il potente Sebastian Edathy, per un’accusa di pedopornografia che potrebbe avere pesanti contraccolpi politici. A farne le spese è il ministro dell’Agricoltura, il cristiano-sociale Hans-Peter Friedrich, colpevole di aver avvisato i vertici Spd della delicata inchiesta per insabbiare lo scandalo. Firedrich, si è dimesso ieri sera, ma è improbabile che l’abbandono del ministero sia frutto di una scelta personale. Una volta scoppiato il bubbone mediatico, ha detto di aver voluto assumersi «una responsabilità politica indipendentemente da valutazioni legali», ma tutto indica (come riporta Spiegel online) che l’intervento della Cancelliera dalla specchiata moralità sia stato decisivo per le sue dimissioni. Ecco i fatti: Friedrich, membro di spicco della Csu bavarese (Unione cristiano-sociale,  partito-fratello della Cdu della Cancelliera) era ministro dell’Interno nel precedente governo Merkel e in questa veste aveva avvertito la dirigenza del Partito socialdemocratico che su Edathy era in corso un’indagine per possesso di materiale pedopornografico online. L’avvertimento del ministro conservatore è arrivato a orologeria, proprio mentre erano in corso i negoziati tra il centrodestra della Merkel e i socialdemocratici per formare la nuova maggioranza della Grossa Coalizione. Una sorta di omertà scelta dai due blocchi per non compromettere i negoziati sul nuovo esecutivo all’indomani del voto di 2013. I ben informati non escludono che la testa di Friedrich sia solo la prima a cadere. Magari il prossimo a gettare la spugna sarà un leader Spd, anche al massimo livello. E così il rischio di instabilità al vertice della Germania si proietta su tutta l’Europa, in un clima difficile per la crisi economica e per le incognite che pesano sulle elezioni di maggio per il nuovo Parlamento europeo.

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