Mezzo milione in piazza a Parigi per la famiglia: ora la battaglia si gioca all’Europarlamento
Mezzo milione di di persone (circa centomila secondo le stime del ministero dell’Interno francese) hanno manifestato a Parigi e a Lione contro le politiche del governo socialista e del presidente Francois Hollande. Un fiume di persone, unito dallo slogan “No alla teoria di genere”, lungo oltre sei chilometri si è snodato attraverso le strade della capitale francese, annoverando al suo interno i rappresentanti di tutte le principali religioni (cristiani, ebrei, musulmani) personalità del mondo laico e di forze politiche del centrodestra, in particolare l’Ump dell’ex presidente francese Sarkozy. L’allarme dei manifestanti è sulla deriva presa da Hollande: dopo i matrimoni e le adozioni gay imposte per legge nonostante l’opposizione della metà dei francesi, la prossima tappa, secondo gli organizzatori sarebbe «la promozione dell’omosessualità attraverso un’educazione sessuale “deviante” promossa nelle scuole». Al corteo, gente di tutte le età, migliaia di famiglie tradizionali. I cartelloni innalzati con scritte come: “Papà, mamma e bambini, è naturale” o “Un papà, una mamma, non c’è di meglio per un bambino”. A guidare il movimento, Ludovine de la Rochère, già responsabile della comunicazione per la Conferenza episcopale francese. In attesa del prossimo parlamento francese, per abrogare la legge, per la presidente di Manif pour tuos, che avrà alcuni suoi candidati alle elezioni locali di marzo e alle europee, adesso le urgenze sono tre: «Battersi perché nelle scuole non venga imposta l’ideologia del gender; perché la fecondazione assistita non venga estesa alle coppie omosessuali e proprio contro l’omofobia, perché a nessuna persona si deve mancare di rispetto a motivo del suo orientamento sessuale». Una risposta, quest’ultima, a quanti da sinistra tacciano il movimento di essere reazionario o intollerante.
La battaglia per i diritti della famiglia tradizionale, partita dalla Francia, si è allargata ad altre capitali europee con presidi in contemporanea anche a Varsavia, Madrid, Bucarest e Roma, dove a piazza Farnese si sono radunati i rappresentanti di Manif pour tous Italia. Iniziative di protesta si sono tenute anche a Bruxelles e in Lussemburgo, luoghi simbolo della Unione europea. Il timore adesso è che il metodo Hollande si allarghi a macchia d’olio anche all’Europarlamento. L’assemblea di Strasburgo potrebbe infatti approvare nelle prossime ore il controverso rapporto Lunacek, noto pure come «road map contro l’omofobia». Manifestazioni che sono passate pressoché sotto silenzio sui media nazionali italiani. Il Tg3 ha preferito occuparsi di una decina di attiviste di femen, che hanno manifestato a seno nudo davanti a una chiesa di Madrid, in favore dell’aborto.