Si risveglia il popolo viola e indice un sit-in: per il voto? Per la sfiducia in Parlamento? No. Perché al Colle sale anche Berlusconi

15 Feb 2014 13:34 - di Gabriele Alberti

Aiuto, emergenza democratica! A salire al Quirinale alla guida della delegazione di Forza Italia sarà il Cavaliere! Ribelliamoci, mobilitiamoci. Gli antiberlusconiani in servizio permanente effettivo non prendono mai una pausa neanche nel fine settimana. Siamo di fronte a uno scenario da ultimi giorni di Pompei: una crisi di governo extraparlamentare, maturata tra le mura della sede di un partito, il Pd. Un Parlamento esautorato di fatto. Con Matteo Renzi  terzo premier posto sul Colle da un’operazione di palazzo. Urne rigorosamente tenute lontano  come la peste. Un Capo dello Stato che cita la Cotituzione a corrente alternta e che avalla con le conultazioni liturgie da prima Repubblica di cui si conosce il finale da giorni. Può bastare per suscitare indignazione. Eppure a far salire la pressione a un Popolo Viola da mesi non pervenuto nelle iniziative di piazza sui temi che contano è la salita al Quirinale del leader del centrodestra, quanto basta per ricordare che esistono un Parlamento, un presidente della Repubblica e le istituzioni. Bizzarro, no? Il loro proclama sembra venire da un altro mondo, un vero e proprio risveglio dal letargo, basta che ci sia di mezzo Berlusconi. «Oggi, quando Berlusconi varcherà la porta del Quirinale, ci sarà un presidio del Popolo Viola ad attenderlo, promette il blogger Gianfranco Mascia sul blog del Popolo Viola in un messaggio indirizzato al presidente della Repubblica: “Caro Presidente Napolitano – scrive – oggi probabilmente lei riceverà Berlusconi, un condannato a quattro anni di carcere per frode fiscale e decaduto da senatore a seguito dell’applicazione della Legge Severino”. “In questo modo, signor Presidente – aggiunge – lei permetterà a un pregiudicato di rientrare dalla porta principale nelle istituzioni, dopo essere stato espulso dal Parlamento. Lei stesso, più volte nel corso dei suoi mandati, ha ribadito che “bisogna difendere le istituzioni democratiche”. Oggi lei, quando questo pregiudicato sarà al suo fianco, non potrà fare finta di guardare da un’altra parte e l’esempio di un presidente della Repubblica che riceve in pompa magna un condannato per frode fiscale rimarrà negli annali e segnerà in maniera indelebile i suoi mandati. Proprio per ribadire la necessità di difendere le nostre istituzioni, questo pomeriggio  noi, sentinelle della democrazia, saremo sotto il Quirinale”. Ma dov’erano queste sentinelle della democrazia durante i teatrini e le staffette e le accelerazioni anomale di questi giorni? Erano in coma profondo, per mancanza di qualsiasi spunto di interesse politico. A meno che non ci sia di mezzo Silvio Berlusconi. Di sentinelle così distratte la democrazia ci fa ben poco…

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