Avviso ai naviganti: Forza Italia è sotto il 20 per cento ma ad approfittarne è solo la Lega
Sarà stata la lettura dei sondaggi a convincere Berlusconi ad aprire le liste elettorali a big del calibro di Raffaele Fitto, sottraendosi così all’abbraccio soffocante del cerchio magico di Palazzo Grazioli la cui stretta si stava rivelando addirittura letale per Forza Italia ed il suo leader. Alla fine ha prevalso il buon senso ed il partito ha recuperato quanto meno tranquillità interna. Ora, però, si tratta di recuperare i voti. E qui le cose si complicano, soprattutto per effetto del riposo forzato cui dovrà sottoporsi il Cavaliere dal prossimo 10 aprile. Senza il campione di tante vittorie e di tante insperate rimonte, la corsa alle elezioni europee rischia per gli “azzurri” di rivelarsi una Caporetto.
L’ultimo sondaggio appena sfornato, quello della Ixè per Agorà di Rai Tre, assegna al partito di Berlusconi un allarmante 18,4 per cento (-2,8 rispetto ad una settimana fa) mentre nello stesso periodo crescono il Pd, dato al 31,7 (+ 1,1), la Lega Nord accreditata di un 5,7 (+1,8) e soprattutto il M5S che schizza addirittura al 24,6 guadagnando un bel 2,2 rispetto alla settimana precedente. Piccolissimo incremento (0,1) per il Ncd che passa al 3,9. Perfettamente stabile FdI-An che resta al 3,3. Male Sel, che scende al 2,8 (-0,4), mentre Udc e Scelta Civica varrebbero poco più di uno striminzito 1 per cento. Se questi dati venissero confermati dalle urne del 25 maggio, a staccare un biglietto per l’Europarlamento di Starsburgo sarebbero solo Pd, M5S, Forza Italia e Lega.
Ad una prima, sommaria, analisi appare chiaro che – ad eccezione della Lega – nel centrodestra nessun altro partito risulta in grado di approfittare dell’emorragia elettorale di Forza Italia. Per il partito di Alfano è un vero paradosso perché il Ncd non beneficia neppure dell’azione di governo che sembra invece premiare il solo Pd di Renzi. Lo avevamo previsto ed il sondaggio, almeno quello attuale, sembra darci ragione. Per FdI-An il discorso è diverso: il movimento guidato dalla Meloni si è collocato tra gli anti-euro e punta ad ottenere il consenso di quote (crescenti) di un elettorato sempre più insofferente verso le politiche rigoriste di Bruxelles. Tuttavia, il campo è già arato da Grillo e forte è la concorrenza di Salvini. Dovesse aderire anche Forza Italia al club degli eurocritici in funzione di recupero dei voti intercettati dal M5S, l’area diventerebbe davvero troppo affollata per consentire ad una piccola forza politica con pochi mezzi ed ancor meno spazio mediatico di giocare là dentro la parte del leone.
Ma al di là di questi numeri e di queste considerazioni che potrebbero non resistere alla prova dei fatti, una solida certezza riguarda la natura delle prossime elezioni. Le “europee” di maggio somigliano molto poco a quelle precedenti e non solo perché per la prima volta ad essere centrale nello scontro politico sarà il ruolo delle istituzioni comunitarie ed il loro condizionamento sull’Italia, ma soprattutto perché appaiono destinate ad incidere radicalmente sulla politica nazionale, in particolar modo sul centrodestra il cui elettorato è certamente più mobile e volatile di altri. Con Berlusconi fuori dai giochi e con Forza Italia stimata al di sotto della soglia psicologica del 20 per cento ed avviata a retrocedere a terzo partito nazionale, il rischio di un complessivo sfaldamento elettorale non è remoto. Un motivo in più per non far scadere l’appuntamento di maggio ad una battaglia di retroguardia e anzi trasformarlo nel seme del centrodestra che verrà.