Barbara Spinelli teme per la Lista Tsipras e chiede aiuto alla Boldrini: cambiare la raccolta firme per le europee
Prima i problemi con la composizione delle liste, ora quelli con la raccolta di firme per poterle presentare. Gli esponenti della Lista Tsipras stanno via via scoprendo che la democrazia ha meccanismi complicati e corrono ai ripari come possono. Nel primo caso,
facendo buon viso a cattivo gioco alle defezioni eccellenti che si sono consumate sulle candidature e che hanno visto Andrea Camilleri e Paolo Flores D’Arcais, due dei sei promotori, abbandonare l’avventura elettorale prima ancora che iniziasse. Nel secondo caso, prendendo l’iniziativa di scrivere una lettera a Laura Boldrini per denunciare le «ingiustizie» della sottoscrizione per candidarsi. La presidente della Camera – che per inciso in quanto eletta con Sel appartiene a un partito che ha aderito alla Lista Tsipras – ha risposto fissando un appuntamento per mercoledì. La recriminazione è partita da Barbara Spinelli e riguarda prima di tutto il fatto che per concorrere alle elezioni servono 30mila firme in ogni circoscrizione elettorale, delle quali almeno 3mila devono provenire da ogni regione che compone il collegio. Senza proporzionalità fra numero di elettori e numero di firme. «La Lombardia, ad esempio, che ha 9.939 milioni di abitanti viene considerata allo stesso modo della Valle d’Aosta che ha una popolazione di circa 128mila abitanti», ha scritto la Spinelli, lamentando che «trattare in modo uguale situazioni diseguali è, come Lei ben sa, il massimo dell’ingiustizia». «In questo modo – ha aggiunto – si rischia di precludere a una nuova forza elettorale, quale la lista “L’altra Europa con Tsipras”, che io sostengo e nella quale sono candidata, il diritto a presentarsi, con grave nocumento per la democrazia in Italia e in Europa». La Spinelli ha posto un problema reale e comune a diverse forze politiche, ma che non è un nodi di oggi. La questione della raccolta delle firme, anzi, periodicamente torna a farsi vedere sulle pagine di cronaca politica e giudiziaria, per gli errori o le vere e proprie scorrettezze commesse da quelle liste che si sono trovate in difficoltà. Non risulta, però, che prima d’ora la Spinelli, voce autorevole dell’intellighenzia nostrana, che pure ama spesso indicare la strada, si sia mai posta il problema di come migliorare questo aspetto della nostra democrazia. D’altra parte, finora, le raccolte firme con cui si era cimentata non erano perché fosse garantita la rappresentanza a qualcuno, ma perché fosse negata a qualcun altro, come la sottoscrizione promossa nel marzo 2013 per impedire l’ingresso di Silvio Berlusconi al Senato.