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Il grande gelo tra Renzi e il sindaco Marino. Cambio di passo: Palazzo Chigi ignora la sinistra romana

Politica - di Francesco Severini - 6 Marzo 2014 alle 09:45

Sembra che la classe dirigente romana del Pd sia in difficoltà. È gelo infatti tra il sindaco Ignazio Marino e il premier Matteo Renzi dopo le proteste del primo per il decreto salva-Roma e le improvvide minacce sul blocco della Capitale. Un atteggiamento che Renzi non ha digerito. Lo riferisce oggi in cronaca di Roma Ernesto Menicucci: “Ora lo salviamo – avrebbe detto Renzi, perché non possiamo far fallire la Capitale. Poi, ognuno per la sua strada”. Un distacco che non si ricuce e che coinvolge l’intera classe dirigente della sinistra romana. Infatti nella partita dei sottosegretari Roma è stata ignorata. Gli unici sottosegretari laziali vengono dalle province e il “fedelissimo” Paolo Gentiloni è rimasto a bocca asciutta.

Roma non pesa per niente, dunque, nel nuovo governo. Sono finiti i tempi in cui veniva scelta come trampolino di lancio per Palazzo Chigi. Città dalle sfide complesse, rovina l’immagine di chi la governa anziché cementare l’aureola del leader. E poi Renzi è fiorentino. E così, mentre le bellezze romane vengono premiate con l’Oscar, i palazzi del potere tengono fuori i politici che a Roma si sono fatti le ossa, a cominciare da Nicola Zingaretti la cui popolarità è in caduta libera. In parallelo con quella del sindaco Marino, che secondo i sondaggi ha perso il 7,4 dei suoi consensi rispetto a quando è stato eletto. Zingaretti, a sua volta, precipita al penultimo posto nella classifica degli amministratori più amati. C’è da capirlo, Matteo Renzi, se si tiene a debita distanza dai due…

 

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6 Marzo 2014 alle 09:45