La Francia boccia Hollande: la gauche perde 155 città. A Marine Le Pen 15 sindaci
«Lo tsunami azzurro si abbatte su Hollande», ha titolato a tutta pagina il quotidiano Le Figaro all’indomani delle elezioni amministrative che hanno visto trionfare i candidati dell’Ump, ma soprattutto ha registrato un’umiliazione storica per la sinistra francese che ha perso la guida di 155 città. A beneficiarne non solo i candidati gollisti ma anche di quelli del Front National di Marine Le Pen. La gauche è al tappeto due anni dopo il ritorno all’Eliseo e alla vigilia di elezioni europee che si annunciano proibitive per il governo. Nel secondo turno delle elezioni municipali francesi, il centrodestra complessivamente ha conquistato il 45,91% dei voti contro il 40,57 della gauche. Il partito di Marine Le Pen raggiunge il 6,84% dei suffragi e l’estrema sinistra lo 0.06%. Il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ammette: «È una sconfitta per il governo». La vittoria di Anne Hidalgo, prima sindaco donna di Parigi, ai danni dell’agguerrita avversaria Ump Nathalie Kosciusko-Morizet, le conferme a Lione, Strasburgo, Lille (con Martine Aubry), Nantes e Digione non cancellano la sconfitta di dimensioni storiche del Partito socialista e dei suoi alleati. La gauche – in un’elezione segnata da un astensionismo record che sfiora il 40% – subisce una vera e propria disfatta e deve abbandonare storici bastioni come Roubaix, Angers, La Roche-sur-Yon, Nevers, Quimper, Bastia, addirittura Limoges, che aveva un sindaco di sinistra da oltre un secolo, dal 1912. Il Front National era stato il vincente del primo turno domenica scorsa e si è confermato in grande ascesa con altre 15 città conquistate dopo Henin-Beaumont di domenica scorsa. Il partito della Le Pen non ha sfondato ad Avignone, dove il mondo della cultura si era sollevato all’ipotesi di una vittoria del Fronte; non ce l’ha fatta nemmeno a Forbach, in Mosella, dove era in corsa il mediatico vicepresidente Florian Philippot, né a Perpignan, nel sud, dove sperava di vincere Louis Aliot, vicepresidente e compagno della Le Pen. «Da oggi siamo il terzo grande partito del Paese», ha detto la Le Pen, guardando già alle europee di maggio, dove alcuni sondaggi danno il Fronte, unico punto di riferimento francese per gli anti-euro, come primo partito.
Il vero vincitore delle amministrative è dunque l’Ump, l’opposizione di centrodestra che sembrava in difficoltà, fra un leader con scarso appeal mediatico come Jean-Francois Copé, un eterno avversario agguerrito come l’ex premier Francois Fillon e l’incombente ma ormai difficile ridiscesa in campo di Nicolas Sarkozy. L’Ump strappa decine e decine di città alla sinistra, ridisegna la cartina dei municipi del Paese e, proprio con Copé, rivendica di essere tornato «il primo partito di Francia, come numero di voti e come numero di candidati eletti». L’effetto di questa «onda azzurra» – che sommerge la Francia colorata di rosa – è che Hollande deve «assolutamente cambiare politica», ha aggiunto Copé: «Deve cambiare sul piano fiscale, sulla lotta alla disoccupazione e alla precarietà, la riforma penale e quella dei ritmi scolastici». Praticamente tutto, chiede l’Ump, che adesso sta alla finestra e osserva quello che succede: «Se non ci fosse un rimpasto dopo questo schiaffo – ha osservato Alain Juppé, Ump, rieletto già al primo turno sindaco di Bordeaux – sarebbe un fantastico contro-segnale». Non un socialista ha avuto difficoltà ad ammettere la batosta elettorale, nessuno mette in dubbio che si tratti di una bocciatura della politica finora portata avanti da Francois Hollande. Il primo ministro Ayrault, che non ne vuole sapere di lasciare la carica, tantomeno al nemico giurato Manuel Valls, si trincera dietro la frase di circostanza: «Non abbiamo spiegato abbastanza che l’azione di risanamento avviata nel 2012 era essenziale per il nostro Paese». Chi pensa già alle elezioni di maggio è Marine Le Pen: «Alle europee il Front National sarà primo partito» ha preconizzato la leader del Fn, citando la crescita esponenziale rispetto a sei anni fa: «Il Front National arrivava dal 2008 con 60 consiglieri municipali, stasera ce ne sono 1.200 o 1.300 eletti, sono 10-15 città che consentiranno al Fn di dimostrare quello che siamo capaci di fare».