La terza via anti-euro seduce i francesi. Nei sondaggi il Front national sbaraglia gollisti e socialisti
«Siamo gli invisibili diventati visibili». Carisma e parole forti che seducono gli euroscettici e il Sud della Francia, Marine Le Pen continua con il vento in poppa la marcia verso il voto di maggio che potrebbe trasformarsi in un successo storico, anche se prevedibile. «Siamo il primo partito davanti alla destra e alla sinistra», dice in un recente comizio riscaldando la platea che nella “terza via” del Front national vede l’unica risposta repubblicana e sociale alla crisi economica. I sondaggi danno ragione all’ex enfant prodige figlia del fondatore del movimento: stando alle ultime rilevazioni il partito della bionda Marine balzerebbe in pole position conquistando il 19% sopra di un punto all’Ump di Sarkozy (“fermo” al 18) e al Partito socialista del presidente Hollande che non supererebbe il 15 per cento. La critica serrata a Bruxelles si sta rivelando una carta vincente e non solo a Parigi ma in molti Paesi dell’Occidente, anche la Gran Bretagna è conquistata dal verbo euroscettico tanto che Nigel Farage, leader del partito anti-Ue che ha difeso la sovranità svizzera, viene accreditato addirittura al 30%, un risultato clamomoroso che soppianterebbe tanto i laburisti quanto i conservatori di Cameron. «Rivediamo il mondialismo, rivediamo l’europeismo e questa moneta unica» è il cavallo di battaglia della Le Pen che punta a un “protezionismo intelligente”. L’opinione pubblica francese, come dimostra la caduta libera della popolarità dell’inquilino dell’Eliseo, è sempre più stanca dei due partiti tradizionali che si sono alternati alla guida della nazione, complice anche la depressione che ha messo sul piede di guerra le classi più colpite, «non ne possiamo più dell’euro, è stata un truffa»: sono questi i sentimenti prevalenti della Francia profonda pronta a sfidare per ora con le armi del voto popolare le oligarchie finanziarie comunitarie che hanno messo in ginocchio il Paese. Un altro fenomeno che dimostra il crescente successo frontista viene ben documentato oggi da Le Figaro con un’analisi dal titolo “nel Sud-est gli elettori del Front National non hanno più vergogna del loro voto”, segno che anche la retorica ideologica e la vulgata che tradizionalmente ha dipinto la formazione erede di Jean-Marie Le Pen come una destra residuale e nostalgica dal sapore razzista sono state sconfitte dalla caparbia eroina anti-euro.