La triste satira sui marò fa naufragare lo show di Luca e Paolo
Quando l’ironia sfocia nel cattivo gusto, non si può più parlare di satira, ma di una sua più becera imitazione. Così, finisce che la parodia sui Marò di Luca e Paolo – annunciata nella puntata d’esordio del 16 marzo, e propinata su Canale 5 la domenica successiva – nel nuovo programma satirico firmato da Antonio Ricci,
Giass, inabissa senza possibilità di recupero gli ascolti della prima serata del “biscione”. E al danno – per cui ora si starebbe valutando addirittura una chiusura anticipata del programma – si unisce la beffa: nell’ultima messa in onda, lo show di Ricci è stato doppiato, in termini di ascolto, dalla “Cenerentola” delle reti Mediaset, Rete 4, con la fiction La Bibbia (e non con un blockbuster a stelle e strisce, presentato in anteprima).
Ma c’è di più. La debàlce è virale: e i sintomi dell’insuccesso, e delle recriminazioni che lo giustificano, tracimano dal piccolo schermo al web, (anche se c’è anche chi sostiene il contrario, e cioè che il boicottaggio tv sia partito dalla Rete), contagiando in particolar modo i social network. Fatto sta che, al secondo appuntamento televisivo con Giass, la gag con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in divisa da fucilieri di marina – con tanto di didascalia che beffardamente recita: «Intanto a New Delhi» – scatena un putiferio di Tweet indignati. E al coro delle polemiche risentite, per l’affronto riservato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si aggiungono, di ora in ora, le accuse e gli insulti. Uno su tutti, quel «vergognatevi» che costringe i comici addirittura ad una replica on line: «E di che cosa?».
Del resto, ironizzare su una intricata situazione diplomatico-internazionale che grava ogni giorno sulle spalle di due ufficiali di Marina, da due anni in ostaggio in India, sottratti alle loro vite e alle loro famiglie, è evidentemente una scelta offensiva e inopportuna: e serve a poco giustificare la caduta di stile – non soltanto comica – con quella parvenza di cinismo da dissidenti che da sempre Luca e Paolo avocano a loro stessi come cifra stilistica. Come pure, mettere in scaletta scenette ilari sulla raccolta di fondi a vantaggio dei preti pedofili, affrontando satiricamente un tema delicatissimo che causa dolore e sofferenze, senza la minima remora, non è che sia più appropriato… Cercare di strappare una risata ironizzando su un dramma, insomma, è fuori luogo, sempre e comunque. E bisognerebbe evitarlo: punto e basta.