Flessibilità, Renzi è troppo a destra e la Camusso lo bracca: il Jobs act è una trappola per i lavoratori

15 Mar 2014 11:09 - di Romana Fabiani

«Il provvedimento che porta la firma del ministro del Lavoro Poletti introduce ulteriore flessibilità e precarietà». Parola di Susanna Camusso a Matrix. Sulla riforma del lavoro targata Renzi la Cgil è sul piede di guerra prima ancora che il decreto legge licenziato dal governo veda la luce con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. La battagliera segretaria del primo sindacato italiano non si fa incantare dalla sirena della «maggiore flessibilità»  proposta nel Jobs actm perché dietro la semplificazione dei contratti a termine c’è l’insidia della precarità. Un’accusa respinta dal ministro Poletti che oggi, intervistato dal Messaggero, si difende accusando la Cgil di non aver capito la filosofia dell’intervento. Nel bersaglio del sindacato c’è il “capitolo” che prevede contratti a tempo determinato per tre anni senza causale e prorogabili per più volte, «fino ad un massimo di 8 volte nei trentasei mesi». «Siamo disposti a discutere di un contratto unico, a tempo indeterminato – ha spiegato la Camusso –  ma prima bisogna abolire il decreto sul lavoro con cui si è fatto esattamente l’opposto di quello che lo stesso premier dichiarava: si è creata un’altra forma di precarietà».  La maggiore preoccupazione viene infatti dalla formula per cui una persona può essere assunta e licenziata per tre anni «senza alcuna ragione e senza alcuna causa» aumentando la precarietà e l’incertezza dei lavoratori. «Ogni tanto assistiamo a metamorfosi, faccio fatica a leggere quello che dichiara oggi il ministro rispetto a quello che diceva quando guidava la Legacoop e cioè che, in piena crisi, bisognava assumere a tempo indeterminato», protesta la Camusso che in questa battaglia può  contare sulla ritrovata unità con la Fiom dopo il braccio di ferro sul terreno minato della rappresentanza sindacale. Anche il leader delle tute blu, Maurizio Landini, infatti ha  bocciato la ricetta di Poletti che allarga la precarietà: «Non mi sembra la strada buona». «Quelle della Camusso sono preoccupazioni sbagliate», replica il ministro del Lavoro punto sul vivo: «I vincoli sulle causali e sugli intervalli – spiega l’ex presidente di Legacoop – erano stati pensati per combattere gli abusi, ma nei fatti hanno aumentato la precarietà. In molti casi i lavoratori hanno visto sfumare il rinnovo, le aziende li hanno sostituiti con altri lavoratori per evitare rischi di ricorse e cause». Ma è un dialogo tra sordi anche perché con il governo di Demolition Man la concertazione è vicina allo zero. «I rapporti con il presidente Renzi sono, dal punto di vista delle relazioni con le parti sociali, inesistenti. Mi pare che abbia affermato in varie occasioni che non intende incontrarle – incalza la leader della Cgil ironizzando sulla rivoluzione digitale del premier. «Alle richieste di Confindustria ha risposto “Invece dei tavoli mandatemi delle mail”, noi non richiederemo un incontro via mail e nemmeno via Twitter».

 

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