Ma quale “rinascimento europeo”? Il grido dei popoli non arriva alle orecchie di Renzi e della Merkel
Un “nuovo rinascimento europeo”? Niente di meno. E’ questo l’obiettivo a cui puntano Matteo Renzi ed Angela Merkel. Se lo sono ripromesso nel vertice di Berlino, probabilmente sull’onda dell’entusiasmo per la riconquistata fiducia da parte del primo agli occhi della potente cancelliera e con soddisfazione di questa per aver ristabilito la sua supremazia su un alleato, come l’Italia, che dava segni di inquietudini. Dello sforamento del 3 per cento manco a parlarne; il fiscal compact non si tocca; del Jobs act se ne discuterà quando verrà approvato; i compiti a casa assegnati all’Ue sono stati svolti con diligenza, ma non basta ancora per ottenere la promozione: questo il succo del “riuscitissimo” (secondo alcuni giornali) meeting tra i due statisti, quello di Pontassieve e l’altra di Amburgo con formazione nella Ddr. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Tranne, appunto, quel “rinascimento europeo” del quale non sappiamo se ridere o stigmatizzarlo per quello che è : un’espressione retorica per coprire il vuoto di una proposta reale tesa alla trasformazione dell’Europa.
Ma quale “rinascimento” senza il concorso dei popoli? Davvero qualcuno ritiene che le politiche rigoriste di Berlino, avallate a Francoforte e a Bruxelles, possono creare quell’entusiasmo necessario per una possibile “rinascita” continentale? Ma la vedono, oltre i loro smaglianti sorrisi immortalati nelle foto di gruppo, la sofferenza degli europei, frustrati nelle loro ambizioni e colpiti nelle carni dall’esasperante profluvio di sacrifici imposti da una politica economica monetarista che soddisfa soltanto le banche, i tecnocrati, gli speculatori? I governanti italiani, tedeschi, francesi ed i loro colleghi dell’Unione non si accorgono che l’Europa sta implodendo (lo dimostra l’impotenza europea di fronte agli avvenimenti ucraini: in questi giorni, non meno che in altri simili per drammaticità, la politica di difesa e di sicurezza europea appare quantomeno approssimativa nelle mani della Commissione) e che i popoli si stanno ribellando? Sono consapevoli che mentre loro discutono su come tenere sotto scacco le nazioni, forze politiche con grande seguito (tranne che in Italia) si stanno organizzando tutt’altro che velleitariamente (non alla Grillo, dunque) per rispondere all’eutanasia di quella che doveva essere una patria comune e si è rivelata matrigna riottosa e indifferente alle difficoltà delle sue genti?
Renzi, avvolto nel suo cappottino allacciato male (non è abituato, e si vede…) ha detto sempre di sì. E pure la ministra della Difesa Pinotti deve essere stata contenta che il regalo portato in dote all’industria bellica tedesca sia stato accettato con entusiasmo: smantellando il nostro comparto industriale e difensivo come ha di fatto promesso, chi volete che se ne avvantaggi in Europa se non la Germania ed in parte la Francia (a tacer della Gran Bretagna)? E l’esperta Mogherini, responsabile della politica estera italiana, ha convenuto in tutto e per tutto – a quanto risulta, ma ci piacerebbe essere smentiti – con quanto era già stato stabilito dal suo collega e dalla Merkel sulla crisi russo-ucraina: mai, neppure per sbaglio, dalla Farnesina in questi vertici viene fuori qualcosa di originale. Saremmo lieti di apprendere che la ministra degli Esteri abbia chiesto formalmente ancora una volta un aiuto per lo sblocco della vicenda dei marò detenuti in India, Paese nel quale la Germania – ma guarda un po’ – ha rilevanti interessi a dispetto della Gran Bretagna.
Meno male che una cosa gliel’abbiamo portata via alla Germania: Mario Gomez, attaccante della Fiorentina che ha mandato i suoi saluti alla Cancelliera tramite Renzi, con la sua maglietta intrisa di sudore tedesco. Questa sì che è grande politica. Altro che quella tentata da gente che si chiamava Crispi e Bismarck. Erano altri tempi e, per quanto possa sembrare paradossale, l’Europa c’era, come testimonia quel dipinto di Overberck, “Le due fanciulle” romantico omaggio ad una civiltà, incarnata da Italia e Germania, che non esiste più. Altro che rinascimento europeo…