Niente congresso del Ppe per Berlusconi. I giudici dicono no al viaggio a Dublino
Niente viaggio a Dublino per Silvio Berlusconi. Il Tribunale di Milano ha negato all’ex premier, al quale è stato revocato il passaporto in seguito alla condanna per il caso Mediaset, il permesso di espatrio per recarsi al congresso del Partito Popolare europeo che si svolgerà il 6 e 7 marzo nella capitale irlandese. «È stata applicata la legge», ha spiegato a Radiocor una fonte giudiziaria, specificando che in tutti i casi come quello di Berlusconi non è prevista la possibilità di recarsi fuori dai confini nazionali. La notizia filtrata dagli ambienti giudiziari è certamente destinata a sollevare polemiche. Era stato il Cavaliere ad annunciare la richiesta di poter partecipare alle assise del Ppe convocate per l’elezione del presidente e la scelta del candidato alla presidenza della Commissione europea. «Sono il numero due del Ppe per consistenza del gruppo e mi trattano così…», aveva detto Berlusconi lo scorso 19 febbraio riunendo gli europarlamentari azzurri a palazzo Grazioli lamentandosi per l’ingiusta esclusione dai vertici europei. In quell’occasione aveva invitato i suoi a fare quadrato deciso a presentarsi al summit di Dublino. Ma aveva anche previsto l’esito della richiesta: «È un vertice molto importante, ho chiesto di andare, ma siccome non ho il passaporto, vedrete che mi diranno di no…», aveva detto sfogandosi dopo aver chiesto ai suoi avvocati di fare il possibile per ottenere il via libera alla partecipare al Congresso dove, comunque, «sarà folta la delegazione azzurra per far valere le ragioni del suo leader».
Già lo scorso dicembre era fallito il tentativo del Cavaliere di farsi riconsegnare, in via eccezionale, il passaporto: anche allora avrebbe voluto partecipare a un summit del Ppe ma a Bruxelles.