Riforme, Renzi incassa il sì del Cdm. Ma i senatori dem affilano i coltelli
Renzi ha annunciato che il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il ddl di riforma del Senato e conferma che l’Assemblea di Palazzo Madama non sarà elettiva, aggiungendo poi che si tratta di «una grandissima svolta per la politica e le istituzioni». Sembra quindi rientrato il dissenso del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che in mattinata aveva tentato un altolà: i«Qualche momento di riflessione e maturazione in più».
Il superamento dello scoglio in Cdm non fa comunque stare tranquillo Renzi. Se il presidente del Senato Pietro Grasso ribadisce il suo diritto all’esternazione, il Pd si presenta diviso. Una non tanto velata minaccia a Renzi è partita ad esempio dai senatori dem. «Vogliamo riformare il Senato ma non possiamo accettare un progetto a scatola chiusa. Serve confronto e spero che Renzi lo accetti». Ad affermarlo è stata la senatrice Pd Angelica Saggese, la quale ha rivelato che il gruppo dei 25 senatori Pd contro la riforma Renzi «potrebbe essere anche più ampio». E i numeri di Renzi in Senato sono, come è noto, piuttosto precari. E del rischio sembra consapevole lo stesso Renzi quando dice di non essere certo sul«lieto fine» ancorché l’approvazione del ddl costituzionale in Consiglio dei ministri sia un «buon inizio». Il tema riforme s’è infiammato nella giornata anche per le perplessità manifestate da Forza Italia, che hanno fatto emergere il rischio di un’incrinatura del patto Berlusconi-Renzi. Ed è stato lo stesso Berlusconi a denunciare i rischi del cambiamento di programma del premier invitando Renzi a «coerente» e di accelerare sull’Italicum. Uno dei punti che non piace agli azzurri è infatti la precedenza accordata alla riforma del Senato rispetto a quella elettorale. Ma anche il merito della riforma della Camera Alta è fortemente criticato dai parlamentari di FI. Molto dura è la crtica di Maurizio Gasparri: «Il Senato che vuole Renzi, fatto di amici suoi non eletti direttamente dal popolo, è inaccettabile. Vuole abolire la Camera Alta perché a suo dire inutile e onerosa e poi si inventa un simil Senato con una super casta scelta dal Presidente della Repubblica di turno, libero di scegliere sodali e protetti. Un abominio che non consentiremo». «La sinistra – continua l’esponente di FI – la smetta di dire sciocchezze e sia seria. L’imbroglio è chiaro e non passerà. Intanto si approvi rapidamente la legge elettorale perché bisogna creare le condizioni per permettere al Paese di andare in qualsiasi momento alle elezioni».