Ritrova il camper in un campo rom, ma le autorità lo danno ai nomadi «perché senza casa»: è l’Italia “sinistra”

24 Mar 2014 19:07 - di Francesco Signoretta

«Cose dell’altro mondo», Lo sconforto di Giorgio Capitanelli, dipendente comunale e allenatore di calcio a Porto Recanati, la dice lunga sulle conseguenze del tam-tam buonista della sinistra sui nomadi. «Così la gente perde fiducia nelle istituzioni», ha detto in un’intervista al Corriere Adriatico. La sua vicenda sta facendo il giro del web: a Capitanelli è stato rubato il camper e lui ha cercato in ogni modo di ritrovarlo, utilizzando anche internet. Dopo vari tentativi gli è arrivata una segnalazione da parte di un cittadino di Bologna: il camper era all’interno di un campo nomadi ai margini della A14 nei pressi di Bologna. «Mi sono messo subito in macchina – ha raccontato – e ho raggiunto il luogo segnalato. Da uno svincolo dell’autostrada ho notato il campo nomadi e non ci ho messo molto ad individuare il mio camper. Ho chiamato la polizia del luogo che dopo un po’ è arrivata sul posto verificando che quel camper era proprio il mio. Svolti gli accertamenti e le procedure del caso mi aspettavo mi fosse restituito, invece non è andata così: il camper è stato posto sotto sequestro giudiziario e lasciato nella disponibilità dei ricettatori, perché – mi è stato detto – si trattava di una famiglia di nomadi senza casa. Cose dell’altro mondo. Ora il camper è a disposizione della Procura fino a non si sa quando. Dico io: il camper è mio ma è nella disponibilità, chissà di che genere, di una famiglia di zingari. Riuscirò più ad averlo?». Tutta la vicenda, al di là della sua conclusione, dimostra in modo inconfutabile che episodi del genere, sommati ad altri di analogo “perdonismo”, non fanno altro che alzare il livello di tensione. E di questo dovrebbero assumersi le responsabilità le “anime buone” della sinistra. Dai furti di rame all’accattonaggio, dai borseggi allo sfruttamento dei minori costretti a chiedere l’elemosina: questi sono reati che, agli occhi della gente, non vengono puniti solo perché li commettono i rom. A ciò vanno aggiunti gli “aiuti economici”, come il pagamento delle bollette, che scatenano la rabbia di quei pensionati che non arrivano a fine mese e devono fare sacrifici enormi per far fronte alle bollette di acqua, luce e gas. O di quelle famiglie in forte difficoltà economica. Poi però lo scandalo è nel cartello anti-zingari (sia chiaro, inopportuno) messo da un commerciante esasperato dai furti dei nomadi. Lì si è scatenata la gara di solidarietà a favore dei rom. Negli altri casi, invece, il silenzio, fingono tutti di non vedere e non sentire. E a fingere non sono solo le istituzioni.

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