Sarkozy intercettato dai giudici. E scoppia la polemica: «È accanimento giudiziario»
Ancora un leader di centrodestra nel mirino della magistratura. Ancora una personalità istituzionale monitorata a suon di intercettazioni. Ancora una volta un quotidiano pronto a cavalcare l’onda dello scandalo. Ancora un caso in cui il cammino della giustizia irrompe arbitrariamente sulla strada della politica.
«Scandalo di Stato»: se la sinistra e la destra sembrano concordi sull’aggettivo per definire le rivelazioni del quotidiano Le Monde, sulla nuova vicenda che vede coinvolto l’ex presidente Nicolas Sarkozy, sembrano invece non essere d’accordo sul senso. L’Ump, il partito della destra neogollista, vede nella decisione dei giudici di intercettare le telefonate dell’ex presidente un “accanimento” politico contro di lui. Mentre i socialisti si concentrano sui contenuti di quelle registrazioni: ma invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia, e il risultato è sempre un leader politico “sorvegliato speciale” della magistratura.
Secondo Le Monde, dunque, Sarkozy sarebbe stato posto sotto intercettazioni telefoniche nel 2013, nel quadro delle indagini sul presunto finanziamento di Gheddafi alla sua campagna presidenziale, che nel 2007 lo portò all’Eliseo. «Discretamente, i magistrati prendono una decisione forte: mettono l’ex presidente sotto intercettazioni, come anche due suoi ex ministri dell’Interno, Claude Guéant e Brice Hortefeux», scrive il giornale francese. Ma non è tutto: secondo il quotidiano d’oltralpe, la decisione dei giudici di intercettare Sarkozy sarebbe anche legata alle presunte irregolarità dell’avvocato generale della Corte di cassazione, Gilbert Azibert, sospettato di aver informato discretamente l’ex capo dello Stato sull’“affaire Bettencourt” in cambio di un «posto comodo» a Montecarlo.
Tutto il mondo è paese insomma: anche in Francia, un sospetto diventa un teorema giuridico da impostare, fino alle conseguenze estreme dell’accanimento giudiziario, dagli immancabili risvolti politici; in questo caso, però, almeno per il momento, non verrà costituita una commissione d’inchiesta parlamentare… Cosa che non riduce comunque l’entità della decisione – e dei suoi risvolti – presa “in nome della legge”, e definita da Thierry Herzog, l’avvocato dell’ex presidente francese, non semplicemente scandalosa, ma addirittura «mostruosa». Di più: per il legale, tutta questa vicenda è stata «montata ad arte» per colpire Sarkozy. Un copione già letto, che generalmente non prevede l’happy end: ne sa qualcosa Silvio Berlusconi, bersaglio prediletto dell’inquisizione togata: quella magistratura che, il prossimo 10 aprile, deciderà sull’esecuzione della sentenza Mediaset.