Ucraina, è escalation tra Occidente (guidato dagli Usa) e Mosca: reciproche e inutili sanzioni
L’Occidente non riesce a darsi pace e non accetta il voto del popolo della Crimea che ha scelto, come il Kosovo a suo tempo, l’indipendenza dall’Ucraina, alla quale per la verità non appartiene né geograficamente, né culturalmente, né linguisticamente. La comunità internazionale, guidata da Stati Uniti e Francia, che poi condizionano Ue, Ocse, Onu e Nato, sostengono che la responsabilità sia tutta di Mosca, e che comunque non la Russia che comanda, anzi. Washington dirige la reazione occidentale all’ingiusta – dicono loro – annessione della Crimea alla Russia, ma è evidente che c’è in gioco dell’altro, altrimenti la comunità internazionale sarebbe potuta intervenire in Ruanda al tempo o, prima ancora, in Biafra. E lì sì che ce ne erano di ragioni. Ma nessuno allora aveva sfidato l’Occidente come oggi sta facendo Putin, e per questo va punito. Come? I modi sono molti, stiamo assistendo nelle ultime ore a una vera e propria escalation: la Francia (sì, quella che invase la Libia) ha annullato il prossimo vertice Russia-Ue, mentre il presidente americano Barack Obama ha firmato le sanzioni per parecchi non meglio identificati funzionari russi «responsabili della crisi ucraina», accompagnato in questo da altre sanzioni decise da Germania, Regno Unito, Francia, Polonia. La Russia ha ribadito che qualsiasi sanzione riceverà verrà restituita in modo simmetrico e reciproco. Qualche giorno fa lo stesso Putin aveva detto che le sanzioni erano perfettamente inutili. In pratica, alcune persone, sia americane sia russe, non potranno entrare nell’altro Paese. Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, in un colloquio con Putin, propone di mandare osservatori internazionali in Ucraina. E forse sarebbe il caso, dato che il presidente eletto Yanukovich è stato deposto e oggi al governo di Kiev c’è provvisoriamente un amico della Timoshenko, lei sì vera tychoon ucraina, nonché ex premier, nonché una delle donne più ricche del mondo, nonché condannata per malversazione di fondi pubblici. Fu liberata, con l’avallo della magistratura, subito dopo le sommosse di piazza a Kiev. Il Consiglio d’Europa, della quale sia Russia sia Ucraina fanno parte – mentre non fanno parte della Ue – ha condannato l’annessione alla Crimea, riservandosi altre iniziative entro la fine del mese. Perché l’Occidente sta intervenendo in modo così pesante? Certo non per una questione di principio. La prima preoccupazione riguarda il reale rischio di un’escalation anche militare, giacché Mosca ha lanciato delle “manovre militari” proprio ai confini meridionali dell’Ucraina; il secondo motivo riguarda la gestione del potere in Europa: l’esempio della Crimea infatti potrebbe invogliare altre “piccole patrie” ad avvicinarsi alla Russia, come ad esempio la Moldova o la Transnistria, mentre Bruxelles le vorrebbe attirare nell’orbita Ue, come ha già fatto con Romania e Bulgaria, regalandoci centinaia di migliaia di immigrati, però per fortuna non più extracomunitari. Non è complottismo, perché sta accadendo lo stesso con l’Ucraina: in fretta e furia Bruxelles sta facendo firmare al governo provvisorio di Kiev non meglio precisati trattati di collaborazione con la Ue. Il risultato sarà che in capo a qualche mese ci troveremo in Italia centinaia di migliaia di ucraini in cerca di lavoro. Attualmente la comunità ucraina in Italia è la quinta più numerosa, con più di duecentomila persone. E non fa parte della Ue.