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Cameron crocifisso dagli indignati del Pensiero Unico: come si permette di dire che la Gran Bretagna è un Paese cristiano?

Cameron crocifisso dagli indignati del Pensiero Unico: come si permette di dire che la Gran Bretagna è un Paese cristiano?

Esteri - di Redazione - 21 Aprile 2014 alle 18:13

I soliti pseudointellettuali. Buoni per qualsiasi battaglia in nome del politically correct. Intruppati nelle legioni radical chic e pronti a sbranare chiunque non si allinei al conformismo linguistico, culturale, lessicale e ideologico. Tiè! In Italia ne abbiamo un’infinità. Nomi “importanti”, spesso professoroni, giornalistoni, direttoroni, che fanno tremare le gonnelle delle adoranti giornaliste di Repubblica. I loro nomi vengono sussurrati quasi a bassa voce, con sussiego: “l’ha detto Lui…» è la frase che viene lasciata in sospeso con contegnosa gravità. Ah, se l’ha detto “Lui”, c’è poco da fare. Pare certo che tutti gli altri debbano adeguarsi.
Rappresentano il Pantheon del Conformismo un tanto all’etto, la cattiva coscienza di chi si ostina a non indignarsi almeno un po’, prima e dopo i pasti principali.
Pensavamo di avere il primato almeno di questo in Europa. Invece c’è il rischio che anche questo primato ci venga scippato. Non è che gli italiani sentissero proprio la necessità di primeggiare in Europa sulla quantità di pseudointellettuali indignati dentro i confini nazionali. Ma tant’è.
Ora, anche in questo, arriva a darci lezione l’Inghilterra (ancora loro, verrebbe da dire).
Sì, anche gli pseudointellettuali nostrani, quelli che arricciano il nasino quando sentono qualcuno che sdirazza dal politicamente corretto, dovranno inchinare la testa (Giammai! dirà qualcuno indignato) di fronte a chi ha superato l’insuperabile.
La vicenda? E’ la madre (dire il padre non si può, non è politicamene corretto) delle polemiche politicamente corrette.
A farne le spese, stavolta, è un politico straniero, il povero (ops, il diversamente ricco) David Cameron. Che cosa ha combinato il primo (secondo alla pari) ministro della Gran Bretagna? Intervistato dalla pubblicazione Church Time s’è azzardato a dire una frase che è esplosa come una bomba (bomba è sostantivo femminile, si può dire…) sulle truppe del Pensiero Unico. Eccola: «Credo che dovremmo essere più sicuri del fatto che siamo un Paese cristiano». Una bomba atomica avrebbe fatto meno danni. Soprattutto perché la frase incriminata quel pasticcione di Cameron l’ha pronunciata nientemeno che poco prima di Pasqua. Vuol dire proprio andarsele a cercare.
Per i pseudointellettuali britannici che se ne stavano distratti a brucare in santa pace in ordine sparso è stato come sentire la tromba dell’adunata. Scrittori, accademici, e giornalisti sono arrivati in picchiata su Cameron reo di aver definito la Gran Bretagna un «Paese cristiano» e lo hanno accusato di lanciare così un messaggio che rischia di alimentare divisioni e alienazione nella società.
Fortunatamente c’è chi ha offerto un palco agli Indignati. Che presa carte  e penna hanno vergato un memorabile lettera aperta politicamente corretta pubblicata sul Daily Telegraph. Sotto una sfilza di oltre 50 nomi – alcuni rappresentanti di diverse fedi – che hanno fatto sapere di opporsi a quelle parole. Perché? Ma è ovvio: perché «la caratterizzazione della Gran Bretagna come «Paese cristiano» – dicono gli Indignati – comporta conseguenze negative sul piano politico e sociale». E giù con le menate radical chic: il Regno Unito è «una società plurale» e in gran parte «non religiosa», sulla base del fatto, sostengono le Ancelle del Conformismo, che la gran parte dei britannici  «non vuole che le religioni o le identità religiose siano una priorità attiva di un governo eletto». Cameron ha tentato una difesa: «Idee già espresse, che non sminuiscono altre fedi», hanno replicato da Downing Street. Ma è stato come sparare all’aria. Le truppe del Pensiero Unico hanno fatto nero il povero Cameron. Anzi, coloured.

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21 Aprile 2014 alle 18:13