Def, Renzi ostenta sicurezza: «Le coperture ci sono». E Brunetta gli regala “Il grande imbroglio”
«Non faremo mezzanotte ma finiremo giusto in tempo per i tg». È il solito Renzi che scherza e “batte il cinque” con un gruppo di ragazzi all’entrata dell’auditorium Parco della Musica, dove sono iniziati gli
Stati generali della Salute. Scherza sui tempi del Consiglio dei ministri e della successiva conferenza stampa in programma nel pomeriggio per il Def. Ma il momento è serio e l’ora della verità si avvicina, anche se il premier ostenta la solita sicurezza. Le coperture? «Ci sono dal primo giorno, siete voi che siete preoccupati che non ci siano». Sono pronte da venti giorni, spiega ai cronisti. Dal palco degli Stati generali – dopo una battuta sul fatto di aver preparato «82 slide sui tagli alla sanità; no, non è vero» – il premier ha aggiunto serio che «la revisione della spesa va fatta, è una priorità», e che «il criterio chiave è che chi ha preso troppo in questi anni, senza fare sacrifici, si deve preoccupare di restituire alle famiglie che hanno meno di 1.500 euro al mese». Anche nel settore della Sanità, ha spiegato, ci saranno. Ha rassicurato anche sugli stipendi d’oro. «Per nessun manager sarà possibile superare il tetto della retribuzione, e se ci saranno meno auto blu bisognerà farsene una ragione». Nelle riforme, aggiunge, «non stiamo cercando di punire qualcuno o di valorizzare altri. Noi crediamo nel ruolo delle Regioni al punto da farne il cuore del Senato che verrà, ma dobbiamo dirci che loro ruolo e il loro prestigio è messo a dura prova da alcuni fenomeni diffusi che hanno allontanato i cittadini».
Intanto non si placa il duello a distanza tra il premier e Renato Brunetta. Il presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera di buon mattino ha inviato in dono al presidente del Consiglio la sua trilogia su “Il grande imbroglio”, accompagnandola con un biglietto riservato. A renderlo noto è lo stesso ufficio stampa di Brunetta. Ricordiamo che “Il grande imbroglio” è il titolo di tre volumi dedicati alle vicende che portarono alla caduta del governo di centrodestra. Ancora nell’aria i termini dello scontro a muso duro tra i due: dai microfoni di SkyTg24 Brunetta aveva detto: via con l’approvazione dell’Italicum prima di Pasqua o cade l’accordo tra Berlusconi e Forza Italia. Renzi gli aveva risposto di non accettare ultimatum. Il tam tam delle dichiarazioni era proseguito ad alta tensione. Con Renzi sicuro del fatto che anche senza Forza Italia le riforme avranno i numeri in Senato. Ma una mano a Fi la dà la minoranza del Pd che ha rilanciato l’idea di un Senato eletto, proprio come chiedono gli azzurri e come propone di ddl dei 25 senatori della minoranza interna al Pd, che hanno dichiarato di non voler ritirare il testo. Su questi ultimi però Renzi si dichiara non preoccupato («ce la facciamo, ce la facciamo».