Europee: la Rai diffonde uno spot fazioso, poi ci ripensa… ma la toppa è peggio del buco

9 Apr 2014 17:44 - di Corrado Vitale

Sulla Rai si racconta, in uno spot sdolcinato, la favola bella di due giovani antifasciti che redigono, al confino di Ventotene, il manifesto Per un’Europa libera e unita. «Sembra una follia -si narra poi al suono dei violini- invece, alla fine della guerra, sei Paesi ci credono». A che cosa  credono,  quei sei Paesi (divenuti nel frattempo ventotto), al manifesto di Ventotene? Ma proseguiamo: con la melodia in crescendo e con immagini da Mulino Bianco (anziane coppie che si abbracciano, mani che si stringono, giovinette che sorridono, famiglie che giocano sui prati, lenzuola stese al sole, cieli azzurri, fiori, dolci signore rasserenanti e fantasmagorie varie) si ricorda che l’Europa ha la moneta unica ma non un esercito comune, una politica agricola ma non una politica estera, ma che comunque è un esperimento  mai tentato prima e che il suo inno, non parla di conquiste, ma di gioia.  Che due «giovani antifascisti al confino» siano stati capaci di produrre tutto questo ambaradan è cosa che ha davvero dell’incredibile. E altrettanto sorprendente è che uno spot simile venga diffuso in queste settimane di pre-campagna elettorale per le europee. I dirigenti Rai si sono evidentemente accorti del passo falso e, mentre stava montando il dissenso sul web, hanno pensato bene di metterci una toppa, trasmettendo una seconda versione del video nei cui titoli di coda compare la scritta «per informare, non influenzare». Certe toppe sono peggio del buco. Tanto valeva lasciare la versione originaria, perché, con la precisazione posticcia, la Rai s’è data la zappa sui piedi: excusatio non petita accusatio manifesta.

Ma il fatto ancor più grave è rappresentato dal mega strafalcione contenuto nel video: i sei Paesi che siglarono i trattati istitutivi dell’Unione europea (Ceca, Mec ed Euratom) non si ispirarono certo al manifesto di Ventotene, ma alla dichiarazione Schuman del 1950. E “padri d’Europa” non sono  considerati i pur rispettabili Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi (gli estensori del manifesto) ma gli statisti della Ricostruzione: De Gasperi, Adenauer e lo stesso Schuman. A cui andrebbe aggiunto Gaetano Martino, il ministro degli Esteri italiano artefice dei Trattati di Roma del 1957. Se proprio volevano fare uno spot a favore dei partiti europeisti, i dirigenti Rai avrebbero dovuto quantomeno non discostarsi troppo dalla verità storica. Ma tutto fa brodo quando si tratta di trasmettere propaganda a buon mercato.

http://www.imolaoggi.it/2014/04/09/propaganda-comunista-la-ue-cambia-lo-spot-come-cambia-il-vento/

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