Il socialismo del consigliere di Hollande: si porta il lustrascarpe all’Eliseo

17 Apr 2014 19:08 - di Guglielmo Federici

Un lustrascarpe all’Eliseo per il “marchesino”.  Niente male per un governo di centrosinistra. La stampa è furiosa in Francia contro Aquilino Morelle, consigliere del presidente Francois Hollande, accusato dal sito on line Mediapart di conflitto d’interessi e descritto come maniaco del lusso al

punto da convocare alla presidenza un lustrascarpe “ad hoc” per la sua preziosa collezione di calzature. Le “petit Marquis” (il marchesino), così sarebbe soprannominato Morelle, ha fatto ottimi studi e ha un passato di fedelissimo dell’attuale ministro dell’Economia Arnaud Montebourg prima di arrivare alla “corte” di Hollande. Mediapart, che ha indagato a lungo sul megalomane Morelle, ha ricostruito che nel 1992 – uscito dalla prestigiosa scuola dell’Ena – entrò subito all’Ispettorato generale affari sociali, con l’incarico fra l’altro di controllare le attività dei laboratori farmaceutici. Questo, fra un incarico e l’altro, non gli impedì di fatturare prestazioni anche per il laboratorio farmaceutico danese Lundbeck. Con l’incarico, a detta di uno dei suoi dirigenti, di «aprire delle porte». Su tale incompatibilità presunta, lo stesso Morelle ha negato oggi qualsiasi conflitto di interessi, assicurando sulla sua pagina Facebook di aver «rispettato tutte le regole e le procedure, in particolare il passaggio davanti alla Commissione di deontologia» dei funzionari pubblici dello stato. Poi si difende: «Alcune attività annesse sono autorizzate dalla legge, come l’insegnamento e la consulenza». Ma il ritratto di Morelle continua – al di là del sospetto di aver lavorato per un’azienda che avrebbe dovuto controllare come ispettore – con alcune sue “manie” non proprio in linea con le politiche di austerity, che destano interrogativi. Come quella per le scarpe – ne avrebbe una trentina di gran pregio, fabbricate a mano – che farebbe lucidare a mano da un lustrascarpe parigino di lusso, appositamente convocato all’Eliseo. A spese dei francesi.

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