La macchina del fango prova a “colpire” Wojtyla ma fa cilecca. Lascino in pace i santi…
La macchina del fango entra in funzione anche contro uno dei più grandi Pontefici della storia, Giovanni Paolo II, amato come pochi, capace di dare una svolta alla storia mondiale, uno dei principali protagonisti della caduta del Muro di Berlino. Ed entra in funzione – come una bomba ad orologeria – proprio nei giorni che precedono la sua proclamazione a santo insieme a Giovanni XXIII. Qualche frase lanciata là, qualche articolo ambiguo e il gioco è fatto. Punito il Papa che per molti è stato politicamente scomodo. Tanto da costringere il Vaticano a precisare: Wojtyla non ha avuto «nessun coinvolgimento» nelle vicende di padre Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo processato e condannato canonicamente con la sospensione a divinis per la sua vita scandalosa, con abusi sessuali su seminaristi, figli da diverse donne, tossicodipendenza. Il postulatore della causa di canonizzazione, il polacco mons. Slawomir Oder, ha voluto fare piazza pulita della “macchia” che purtroppo resiste sulla fama di santità di Wojtyla, cioè di aver chiuso un occhio di fronte alle gravissime accuse che riguardavano Maciel. Sul fondatore dei Legionari di Cristo, ha detto Oder in un briefing con la stampa, «c’è stata un’inchiesta specifica per fare massima chiarezza. Dallo studio dei documenti è emersa una risposta netta: non esiste alcune segno di coinvolgimento personale di Giovanni Paolo II in questa vicenda». Il postulatore della causa di Wojtyla, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha detto anche di aver letto «con dispiacere» sulla stampa stralci della testimonianza del cardinale Carlo Maria Martini sulla canonizzazione del Papa polacco, «interpretati in chiave di una sua opposizione alla santità. Si tratta sicuramente di una chiave di lettura non giusta e non vera», ha sottolineato. Una chiave di lettura servita alla macchina del fango. Che però si è subito inceppata.