La Puppato si dispera: voleva Berlusconi in galera e non l’hanno accontentata

11 Apr 2014 20:08 - di Francesco Signoretta

I servizi sociali per Berlusconi sono una condanna, ma troppo all’acqua di rose per placare la voglia di sangue di Laura Puppato, che ha avuto la sua breve stagione di gloria quando, pur non  avendo nessuna possibilità di spuntarla, si candidò alle primarie per la segreteria del Pd. Adesso ha trovato un altro argomento per ottenere spazio sui quotidiani e sulle tv: spara a raffica contro Berlusconi. Prima si è lamentata – inorridita – perché il Cavaliere usufruisce ancora della scorta, adesso urla perché i giudici non hanno avuto la mano ancora più pesante, lo voleva in galera, dietro le sbarre, come i serial killer, a marcire, a mangiare pane e acqua. Vendetta, tremenda vendetta. Le è andata male. «Pur rispettando l’indipendenza della magistratura – ha detto in preda alla disperazione – non riesco a comprendere fino in fondo le decisioni prese dal sostituto procuratore sul caso Berlusconi. È incredibile che l’unica pena per un cittadino che ha frodato a questo livello lo Stato, mentre lo guidava in qualità di presidente del Consiglio, se la cavi con mezza giornata di lavori sociali alla settimana». Chissenefrega delle nuove carte che arrivano dagli Usa o del Tribunale per la libertà della Ue. Tutta roba per i gonzi, alla Puppato interessa – guarda caso – porre l’accento sul fatto che «stiamo parlando di un miliardario che ha usato tutti i suoi mezzi economici e mediatici per farsi eleggere promettendo una rivoluzione liberale. Le regole e le patrie galere per chi sgarra – osserva– sono destinate  a chi ruba polli, a chi si fa uno spinello». I 77 anni di Berlusconi non la interessano e non la interessa neppure il fatto che l’ex presidente del Consiglio ha subito una vera e propria persecuzione giudiziaria e che adesso segue la legge esistente per scontare la pena, invece, che ai domiciliari rendendosi utile nei servizi sociali. Lo scandalo? Il fatto che Berlusconi continui a dichiararsi innocente e magari lo è anche. «È incredibile – sostiene la Puppato, sempre in preda all’ira funesta – che si parli di agibilità politica di un frodatore fiscale». La disponibilità ad appoggiare le riforme da parte di Forza Italia, poi, la manda letteralmente in bestia. Parla di «inaccettabile ricatto». Il consenso popolare che continua a riscuotere Berlusconi è una aggravante. «Non lo pone al di sopra della legge», commenta. Ed è vero. Un po’ di rispetto in più per un uomo che continua ad essere votato da milioni di italiani ci starebbe tutto, peccato che la Puppato, accecata dall’odio ideologico, non se ne renda conto. Ci sono le leggi della Repubblica e ci sono anche le regole del buonsenso e del rispetto reciproco. Ma nel Pd sono in molti a ignorarlo. Perché fa comodo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *