La telefonata del Papa sulla comunione ai divorziati: la Chiesa non commenta. Don Spedicato: «Sarà il sinodo dei vescovi a pronunciarsi»

24 Apr 2014 13:00 - di

«Quanto è stato diffuso pubblicamente sulla telefonata di Papa Francesco alla donna argentina sposata civilmente con un divorziato, alla quale avrebbe detto che prendendo la comunione “non fa nulla di male”, non ha conferma di attendibilità ed è fonte di fraintendimenti e confusione». È quanto dichiara il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, secondo cui «è perciò da evitare di trarre da questa vicenda conseguenze per quanto riguarda l’insegnamento della Chiesa. Parecchie telefonate hanno avuto luogo, nell’ambito dei rapporti personali pastorali del Papa Francesco. Non trattandosi assolutamente di attività pubblica del Papa, non sono da attendersi informazioni o commenti da parte della Sala Stampa. Ciò che è stato diffuso a questo proposito, uscendo dall’ambito proprio dei rapporti personali, e la sua amplificazione mediatica conseguente – prosegue padre Lombardi – non hanno quindi conferma di attendibilità e sono fonte di fraintendimenti e confusione». «I divorziati ovviamente esercitano pressioni legittime per un’apertura della Chiesa nei loro confronti – commenta don Giuseppe Spedicato, sacerdote dell’arcidiocesi di Lecce nonché autore del testo del musical su Giovanni Paolo II santo dal titolo “Non abbiate paura!” in scena a Roma – ma è già stato stabilito che ciò sarà oggetto di discussione nei prossimi due sinodi dei vescovi: il tema sarà proprio quello del possibile riavvicinamento dei divorziati alla pratica sacramentale. Bene quindi ha fatto padre Lombardi a fare questa precisazione perché ad oggi non c’è un pronunciamento ufficiale. Attenzione però: esistono casi in cui uno dei coniugi abbia subìto la separazione e il divorzio e quindi non può essere per questo colpevolizzato. Ecco perché può accadere – ed è una consuetudine in uso da tempo – che un parroco inviti il fedele a rivolgersi ad un’altra chiesa per ricevere la comunione. Insomma è discrezione del parroco: ci vuole una catechesi, attenzione e accostamento del fedele al sacramento. Ricordo – conclude don Spedicato – che Papa Ratzinger elaborò un pronunciamento pastorale di avvicinamento per i fratelli separati, che però non ebbe seguito proprio perché non ratificato dal sinodo dei vescovi».

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