Libri. Un caffè a Palermo, Marx inquilino a Londra, la morte di Enrico Mattei, la bambina che visse due volte e gruppi di famiglie all’interno del Novecento

7 Apr 2014 17:37 - di Renato Berio

Nell’ultimo romanzo di Giuseppina Torregrossa tornano gli ingredienti caratteristici dei precedenti successi letterari: la magia culinaria, la forza e l’energia femminile, lo scenario di una Sicilia brulicante di vita. Dai dolci di Sant’Agata alla manna dei romanzi precedenti si arriva in questo nuovo intreccio narrativo al caffè di casa Olivares e al suo aroma, accompagnati dall’arte di leggere il futuro nei fondi del caffè. La protagonista è Genziana, che cresce in una Palermo ferita dalla guerra con l’insegnamento ereditato dalla madre Viola: «La tua fortuna saranno le femmine, la tua sicurezza il caffè».  Una storia dove ancora una volta una figura femminile piena di coraggio è legato al gusto particolare di un alimento e al suo profumo. (Giuseppina Torregrossa, La miscela segreta di casa Olivares, Mondadori, pp. 366, euro 18)

Nella Londra del 1861, tra nuove invenzioni scientifiche, masse di operai schiacciati dalle fabbriche, esuli, spie e attivisti politici che tramano per la rivoluzione, vivono due uomini molto diversi tra loro. Il primo è Karl Marx, il padre del comunismo. L’altro non sta sui libri di Storia. Si chiama Alan John Huckabee, ed è il padrone del fatiscente condominio di Soho che il pensatore tedesco, tramite l’amico e mecenate Engels, ha preso in affitto. Borghese ricco e ingrigito, che ha rinunciato da tempo ai suoi sogni giovanili da romanziere, Huckabee non ha la più pallida idea di chi sia il suo misterioso affittuario, un uomo che non si mostra mai ma la cui semplice presenza sembra capace di dare al resto dei condomini nuova energia e voglia di fare. Eppure presto proprio lui, il padrone dell’uomo che vuole combattere i padroni, scoprirà che la rivoluzione è possibile, e che lui stesso vi ha un ruolo cruciale. Mentre il movimento comunista capeggiato da Engels scalpita per avere l’opera che gli potrebbe garantire il successo, e mentre Marx sembra in preda a un terribile blocco creativo, il signor Huckabee riscopre dentro di sé un sentimento dimenticato: la voglia di libertà, la voglia di essere se stesso, e di non farsi schiavizzare dai meccanismi della società. Accompagnato da Natasha, esule russa e fragile fanatica marxista, il borghesissimo padrone di casa deciderà così di aiutare Karl Marx nell’unico modo possibile: scrivendo al posto suo Il Capitale. Un Capitale finalmente creativo, fantasioso, libertario. Il Capitale che, purtroppo, non è mai stato tradotto in realtà.  (Errico Buonanno, Lotta di classe al terzo piano, Rizzoli, pp. 320, euro 18)

Chi voleva la morte di Enrico Mattei? A chi giovava la sua uscita di scena? A più di 50 anni dall’«incidente» di Bascapè ancora manca la verità processuale sulla fine del fondatore dell’Eni. Il libro dello storico Alberto Marino dedica particolare attenzione all’inchiesta di Pavia, che ha portato a scoprire la presenza di materiale esplosivo nei reperti dell’aereo su cui viaggiava Mattei quel 27 ottobre 1962. Insomma, oltre ogni ragionevole dubbio, si trattò di un attentato. A organizzarlo Cosa nostra, su commissione – sostiene l’autore – dei servizi segreti italiani e stranieri (americani e francesi) e con la complicità di una parte del mondo politico e imprenditoriale italiano. Eppure l’indagine, che avrebbe dovuto proseguire al fine di scoprire chi aveva collocato l’esplosivo, si è incredibilmente arenata. Marino dà conto di tutti i depistaggi e le omissioni sulla morte del presidente dell’Eni, che hanno visto coinvolti anche pezzi delle istituzioni. Nel libro non si analizza solo la figura imprenditoriale di Mattei, c’è anche il Mattei politico, quello che aveva intuito che lo spirito di Jalta e la sua logica erano da smantellare. Al quartiere generale della Nato e a Washington quelle posizioni erano considerate un «tradimento». (Alberto Marino, Enrico Mattei deve morire!, Castelvecchi, euro 17,50)

Un presunto caso di reincarnazione scosse Palermo nei primi anni del Novecento. Per alcuni Alessandrina è la reincarnazione della sorellina morta a soli cinque anni e rinata nove mesi dopo. Stesso nome, stessi tratti e stessi ricordi. La stampa di allora se ne occupò diffusamente. Ed anche le riviste scientifiche. Poi il silenzio. Alberto Samonà, giornalista e saggista palermitano, rievoca quella vicenda dimenticata, finita nei cassetti polverosi di alcune famiglie siciliane per cento anni. “Mi sono accorto che – dice l’autore – nonostante fosse trascorso un secolo, questa storia continuava a destare interesse, non solamente fra gli studiosi, ma anche fra tantissima gente comune”. (Alberto Samonà, È già mattina. La bambina che visse due volte, Bonanno, pp. 136, euro 12)

 

Storie di famiglie e storia del concetto di famiglia così come si è trasformato nel Novecento. Una storia del XX secolo con al centro la vita familiare come specchio dei grandi avvenimenti storici. Ginsborg attinge a un repertorio sterminato di fonti e letture coniugando storia sociale, narrazione biografica e storia della cultura. Concentra la sua indagine su cinque paesi: la Russia, nel passaggio dall’Impero allo Stato sovietico; la Turchia, dall’Impero ottomano alla Repubblica; l’Italia fascista; la Spagna della rivoluzione civile; e la Germania, da Weimar allo Stato nazista. Costruendo ogni capitolo come una piccola biografia di un personaggio emblematico – da Halide Edib e Margarita Nelken, ad Aleksandra Kollontaj; dal gerarca nazista Goebbels al futurista Marinetti e al comunista Gramsci – lascia intravedere sullo sfondo la vita familiare degli stessi grandi dittatori – Stalin e Hitler ma anche Atatürk, Franco e Mussolini. (Paul Ginsborg, Famiglia Novecento, Einaudi, pp.657, euro 35)

 

 

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