Marino ha “risolto” il problema dei nomadi: «A Roma non si chiameranno mai più così»

9 Apr 2014 12:12 - di Guglielmo Federici

Notizia shock: il sindaco di Roma Marino ha risolto il problema dei nomadi, pardon, dei rom. Che sciocchi a non pensarci prima, il problema era di puro ordine lessicale e non ce ne siamo mai accorti. Un fatto di cultura, basta non chiamarli più nomadi, ché è troppo discriminatorio, e la questione si risolve da sé. Come è tutto facile ( e inutile) nell’era Marino. La sinistra

esulta. «Chiedo che d’ora in poi, nelle espressioni della comunicazione istituzionale e nella redazione degli atti amministrativi, in luogo del riferimento al termine “nomadi” sia più correttamente utilizzato quello di “Rom, Sinti e Caminanti”». Si legge proprio così  una circolare firmata dal sindaco di Roma in persona. L’affermazione richiede una spiegazione e Marino non si tira indietro: «Credo che uno dei fattori centrali per superare le discriminazioni sia quello culturale, affinché l’approccio metodologico di tipo emergenziale possa essere abbandonato a favore di politiche capaci di perseguire l’obiettivo dell’integrazione». Dunque, il termine nomadi non è cassato in quanto i gruppi nomadi sono diventati stanziali, ma in quanto quell’appellativo suona discriminante.

Bene, e ora? Può bastare la correttezza filologica per risolvere problemi come integrazione, lavoro, scolarizzazioone, igiene, casa, borseggi, accattonaggio molesto? Risposta del sindaco: «Anche la proprietà terminologica utilizzata può essere, ad un tempo, indice e strumento culturale per esprimere lo spessore di conoscenza e consapevolezza degli ambiti su cui si è chiamati ad intervenire». Il sindaco auspica che «anche attraverso questa apparentemente semplice attenzione terminologica, possa essere testimoniata la considerazione che l’amministrazione capitolina rivolge a tutte le persone che vivono nel suo territorio». La sinistra e soprattutto quella più radicale che appoggia Marino brinda di fronte a questo ennesimo contributo di inadeguatezza e di inconcludenza.

Resta la notizia, drammatica per Roma,  che il sindaco – nascondendosi, lui sì, dietro le parole – abbia chiaramente fatto intendere che la questione rom, sinti, o chi per loro, non è un’emergenza, anzi, non è proprio all’ordine del giorno. Del resto, proprio ieri durante la celebrazione in Campidoglio della Giornata internazionale del Popolo Rom, le varie associazioni presenti hanno chiesto a Marino «di chiudere i campi nomadi nella Capitale, fermare il progetto di rifacimento del “villaggio attrezzato” di via della Cesarina e riconvertire le risorse economiche in progetti di reale inclusione sociale dei rom». È l’appello rivoltogli da undici organizzazioni che chiedono al sindaco di cogliere un’occasione storica per cambiare finalmente rotta nelle politiche verso i rom. Lui accetta e intanto gli cambia nome. Tanto, poi, i «progetti di inclusione» se li vedranno sulla loro pelle i romani. Come sempre.

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