Marò, il centrodestra: «Piazza pulita di chi ha sbagliato? Dopo due anni è il minimo»

24 Apr 2014 18:17 - di Giovanni Trotta

«I bambini hanno sempre il primo posto. Vorrei ringraziare alunni e docenti della 4^ A dell’ Ist. Comprensivo di S.Maria C.V. (CE) e della 5^ elementare della Scuola Sacro Cuore di Gesù della Farnesina (Roma), per il graditissimo pensiero e per i loro auguri di Pasqua. Grazie anche a Lei Suor Paola». Con queste parole il fuciliere della Brigata Marina San Marco, Massimiliano Latorre, commenta le lettere ricevute dagli alcuni di alcune scuole italiane, pubblicandole sul proprio profilo Facebook. «Ci dispiace molto – si legge nelle missive – per quello che state passando a causa di un inganno da parte degli indiani. Tutti noi bambini speriamo che presto possiate tornare in Italia e riabbracciare le vostre famiglie. Vi siamo vicini con tutto il cuore e seguiamo le vostre vicende. Tornate presto». Numerosi i commenti del centrodestra sui nuovi sviluppi del caso: «Finalmente, anche se tardivamente, si è deciso di risolvere la vicenda dei nostri due Marò detenuti in India attraverso l’arbitrato internazionale. Sosterremo con determinazione questa decisione, certamente frutto dello stimolo giunto dalla missione parlamentare che qualche mese fa si è recata a New Delhi. Il tempo perso non si può recuperare. Ora spetta al governo insistere su questa strada e riportare Latorre e Girone a casa», ha dichiarato Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato. Da parte sua Ignazio La Russa, presidente di FdI, ha detto che «con il benservito a de Mistura e il via a una fase di internazionalizzazione della vicenda ma con ritardo, anche il ministro degli Esteri Mogherini converge sulle posizioni sostenute da sempre da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. Ma per ora sono solo parole, aspettiamo i fatti. Non basta fare annunci, occorre fare i passi necessari presso le organizzazioni internazionali, Onu, Ue e Nato e soprattutto notificare che l’Italia uscirà progressivamente da tutte le missioni internazionali se i due marò non saranno liberi di rientrare in Italia. Occorre inoltre – prosegue – dare credibilità a quanto proposto, uscendo immediatamente dalla missione antipirateria che si svolge proprio nell’oceano Indiano. Quanto tempo ci vorrà perché anche queste proposte di FdI vengano fatte proprie da un governo di sinistra come il precedente che ha fatto passare due anni e tre mesi prima di ascoltarci e di iniziare il percorso internazionale da noi ritenuto necessario sin dall’inizio?». Per la collega di partito Giorgia Meloni, «l’inversione di marcia sul caso marò, annunciato dal ministro degli Esteri Mogherini, è la definitiva bocciatura della fallimentare politica educata e da salotto portata finora avanti da Monti, Letta e Renzi», sottolinea in una nota, aggiungendo: «Con più di due anni di ritardo, l’Esecutivo inizia a fare quello che Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha chiesto fin dal primo momento: internazionalizzare il problema e chiedere all’Unione Europea, alla Nato e all’Onu di prendere una posizione netta a favore dell’Italia, ma nonostante sia passato così tanto tempo e si sia superato ogni limite di tolleranza, i toni che continuiamo ad ascoltare dal titolare della Farnesina sono ancora troppo morbidi e in linea con quelle litanie della nostra diplomazia che non hanno prodotto nessun risultato e non hanno consentito di riportare in Patria Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Se davvero il governo Renzi vuole raggiungere questo obiettivo . conclude – si tolga definitivamente i guanti bianchi e la smetta una volta per tutte di sussurrare: faccia valere il peso dell’Italia in ogni tavolo internazionale in cui è seduta e pretenda il rientro immediato dei nostri due fucilieri di Marina». Il deputato di FdI Edmondo Cirielli, componente la commissione Esteri, esprime «apprezzamento ai ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Federica Mogherini, per aver preso a cuore la vicenda dei due marò e aver accolto l’ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati, con il quale si contesta la linea negoziale e bilaterale finora seguita dall’India e si chiede l’internazionalizzazione del caso. Si intraprende finalmente la strada della controversia internazionale, sostenuta sin da noi sin dal primo momento. Il Governo Renzi riconosce tutti gli errori compiuti da Monti, rottamandolo. Tuttavia, a fronte della telefonata del premier nella quale disse ai due fucilieri che avrebbe fatto semplicemente di tutto, tre mesi per dire che Monti ha sbagliato tutto e che aveva ragione il Parlamento sembrano onestamente troppi. Ora si proceda con speditezza – conclude Cirielli – Il Governo non stia ai tempi biblici della controversia internazionale e chieda subito l’interessamento diretto dell’Onu, in base all’articolo 33 dello stesso Statuto dell’Onu, per risolvere una vicenda che, purtroppo, si trascina da troppo tempo». Sulla stessa lunghezza d’onda la Lega Nord: «L’avevamo detto sei mesi fa all’allora ministro Emma Bonino quale fosse la strada da intraprendere per una rapida soluzione della vergognosa ingiustizia che stanno subendo i due Marò. Oggi con imperdonabile ritardo fanno quello che abbiamo sempre detto e cioè percorrere la via dell’arbitrato internazionale. Anche la rimozione di Staffen De Mistura dal suo ruolo di commissario straordinario è una richiesta che abbiamo sempre perorato restando inascoltati. Purtroppo dà il senso della palude nella quale hanno navigato i governi fino ad ora. Il paese ha perso tempo per la mancanza di una strategia, sottostare alle leggi indiane invece che a quelle internazionali è stata una follia che è costata ai due Marò due anni di libertà», hanno infatti affermato i parlamentari della Lega Nord Gianluca Pini e Marco Marcolin. Nuova Delhi, invece, non commenta: «L’India non può commentare la decisione dell’Italia di avviare una procedura internazionale sul caso dei marò in quanto la vicenda è all’esame della giustizia indiana». Un portavoce del ministero degli Esteri ha detto che «siccome la materia è sub-judice in quanto esistono alcuni ricorsi alla Corte Suprema, non siamo nella posizione di commentare».

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