Nell’India che “giudica” i nostri Marò c’è chi vuole la morte per le donne “infedeli”
Dall’India con furore. Ogni giorno arriva una notizia particolare, fatti di cronaca drammatici o intenti politici che la dicono lunga sulle degenerazioni nel Paese che dovrebbe decidere la sorte dei nostri Marò. L’ultima, in ordine cronologico, arriva da un leader musulmano, esponente di vertice di una forza politica indiana: se una donna «sposata o non sposata» ha una relazione sessuale con un uomo «deve essere condannata a morte» in base ai precetti dell’Islam. Per Abu Azmi, presidente della sezione del Maharashtra del partito regionale dell’Uttar Pradesh, è questa la strada da seguire. E lo dichiara in un’intervista al quotidiano Mid-Day. «Se una donna è sorpresa con un uomo, entrambi devono essere puniti in base ai principi islamici», ha detto. «In India vige la pena di morte per gli stupratori – ha aggiunto – ma se c’è consenso non c’è la pena capitale». Azam ha poi spiegato che nel caso di relazione consensuale «se uno dei due si lamenta, allora sorgono problemi. Oggi ci sono molti casi del genere. Le ragazze ti denunciano quando sono molestate e anche quando non lo sono». Il politico ha espresso questi commenti in risposta a una dichiarazione del leader del suo partito Samajwadi Party – Mulayam Sing Yadav – che aveva detto che «è sbagliato punire gli stupratori con la pena di morte» perché sono ragazzi che «commettono degli errori».