Pedofilia, per chi lavora con i minori scatta l’obbligo del certificato penale. Ma c’è chi è contrario

2 Apr 2014 20:04 - di Gabriele Farro

Da domenica prossima, 6 aprile, per chi lavora a contatto con i minori scatta l’obbligo di produrre un certificato penale. Una norma che sta già provocando vivaci reazioni nel mondo del volontariato e più in generale nell’associazionismo, visto che tra l’altro composta sanzioni pecuniarie pesanti per chi sgarra. La norma è contenuta nel Decreto legislativo 39 del 4 marzo 2014 attuativo di una Direttiva comunitaria relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, e riguarda tutte le organizzazioni che impiegano personale (volontario o meno) le cui mansioni comportino contatti diretti e regolari con minori. Qualunque datore di lavoro che impiega una persona per lo svolgimento di attività professionali o volontarie che comportino contatti diretti e regolari con minori deve richiedere al lavoratore il certificato penale del casellario giudiziale. Se non lo richiede, il datore di lavoro è soggetto a una sanzione, ossia al pagamento di una somma da 10.000 a 15.000 euro. Il decreto «rischia di bloccare l’attività di centomila associazioni sportive – obietta subito il presidente del Coni Giovanni Malagò – al di là di nuovi costi che vanno a gravare addirittura su chi fa volontariato, in assenza di una soluzione transitoria c’è il concreto pericolo di una paralisi delle attività sportive dilettantistiche in Italia, oltre a un inevitabile ingolfamento di richieste presso le Cancellerie delle Procure dell’intero territorio nazionale». Malagò auspica dunque che il Governo «possa prevedere una fase di moratoria, almeno per consentire alle associazioni sportive di concludere la stagione 2013-2014 e nello stesso tempo di dar loro il tempo per adeguarsi a una norma giusta ma inattesa». A dar voce all’intero mondo del volontariato è Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale per il volontariato e deputato del Pd: «Combattere con fermezza la pedofilia è assolutamente prioritario, ma la norma è da rivedere. Poca chiarezza, molti nodi da sciogliere e poco tempo a disposizione». «La norma, così fatta, non funziona – spiega Patriarca – ci sono ancora molti punti incomprensibili, a partire dalla scadenza di aprile. Non è infatti chiaro se quello è davvero il termine ultimo per la consegna dei certificati. L’eccesso di burocrazia rischia di abbattersi pesantemente sulle attività delle associazioni e di creare il collasso nelle cancellerie dei tribunali». Il senatore trentino del Patt Franco Panizza fa sapere di aver presentato un’interrogazione urgente ai ministri Madia e Orlando «affinché si intervenga con estrema celerità su una questione che rischia di mettere in ginocchio tutto il mondo dell’associazionismo e del volontariato». Panizza chiede una proroga dei termini ed esenzioni per chi svolge attività con i bambini a titolo gratuito.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *