Sì scontato della Camera al dl sul lavoro. Polverini (FI): ma la stessa maggioranza lo affosserà al Senato

24 Apr 2014 14:49 - di Redazione

Sì dell’Aula della Camera al decreto legge sul lavoro. Il testo, approvato con 283 voti a favore, 161 contrari e un astenuto, passa ora al Senato. Prima del voto finale ci sono state scintille tra i deputati di M5S e quelli del Pd, che hanno coinvolto la presidente Boldrini. I pentastellati hanno cercato di tenere a raffica interventi sul regolamento («Non è carta da culo!», ha urlato Claudio Cominardi). Alla fine, però, dopo le proteste del Pd (qualcuno ha urlato «pagliacci!») si è arrivati alla votazione finale. Tutti i deputati di M5S hanno alzato nell’Aula della Camera le braccia incatenate e mostrato la scritta «Schiavi moderni». La presidente Laura Boldrini ha ordinato la rimozione da parte dei commessi.
Walter Rizzetto di M5S aveva appena citato una frase di Roosevelt, secondo cui è libero solo chi ha una sicurezza ed una indipendenza economica, quando tutti i colleghi hanno alzato le mani, componendo la scritta «Schiavi moderni» con diversi cartelli. Il capogruppo del Pd Roberto Speranza ha criticato il fatto «di aver fatto tutto questo solo per una foto sul giornale, mentre noi stiamo dando 80 euro ai lavoratori». E alle interruzioni dei M5S Speranza ha ribattuto: «Ci vuole pazienza e tempo per abituarsi alla democrazia…».
La protesta dei M5S è stata stigmatizzata da Paola Binetti di Scelta Civica: «Ogni volta che entriamo in questo Palazzo le nostre borse passano sotto il metal detector. Come è possibile che siano entrate qui delle catene?». Immediata la replica dei M5S: «Ma erano di plastica…».
Da destra è intervenuta Renata Polverini, vicepresidente della commissione Lavoro: «Renzi aveva posto il lavoro in cima ai suoi impegni ma, fino ad ora, ha prodotto solo un disegno di legge già finito nella palude e un decreto, quello su cui il governo ha posto la fiducia, che si avvia ad essere affossato al Senato dalla stessa maggioranza: un fallimento totale, insomma, a fronte di una disoccupazione che riguarda oltre il 13% della popolazione e quasi un giovane su due. Forza Italia ha presentato o appoggiato una serie di emendamenti, alcuni scaturiti anche grazie al confronto con le parti sociali in commissione Lavoro, che hanno aumentato le garanzie per i lavoratori e la fruibilità, per le imprese, del provvedimento presentato dal ministro Poletti, migliorando aspetti essenziali come l’apprendistato, il Durc, la tutela della maternità, i contratti di solidarietà. Le deroghe sono aumentate passando dall’unica prevista dalla legge Fornero, alle cinque attuali. Ma, fuori dal contesto istituzionale, i partiti della maggioranza hanno vanificato tutto questo lavoro, accordandosi per modificare il provvedimento in Senato, umiliando la Camera e, probabilmente, per metterlo su un binario morto: un atteggiamento irresponsabile verso il Paese e verso i disoccupati che Forza Italia denuncia con il voto contrario».

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