Tutto il centrodestra concorde: «I “mitici” 80 euro? Il governo se li riprenderà con gli interessi»
«Più tasse su casa, risparmi, agricoltura. Esclusi da bonus pensionati e autonomi. Renzi inganna l’Italia». Lo scrive su Twitter il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri fotografando la mossa del premier sugli ormai famosi 80 euro in busta paga in più per i lavoratori sotto i 1500 euro. Una linea, quella del senatore di Forza Italia, condivisa da Ignazio La Russa. «Se facciamo un po’ di conti – osserva il parlamentare di Fratelli d’Italia – si verifica che a fronte degli 80 euro i beneficiari subiranno la Tasi, la tassa sui servizi che peserà per 5 milioni di famiglie e l’aumento di altre imposte locali con le quali il governo compensa i minori trasferimenti. Dunque a quelli che Renzi ha definito i mitici 80 euro ne vanno sottratti 40 di Tasi più altre imposte. Come è facile verificare siamo di fronte a pura propaganda elettorale». Una posizione che Mara Carfagna, in qualità di portavoce di Forza Italia alla Camera, riassume in questi termini: «Nella retorica renziana i punti di forza sono stati la “redistribuzione” e il “fare pagare chi ha troppo avuto”. Tra questi le banche». Per Carfagna «tuttavia, in un momento nel quale l’accesso al credito per le famiglie e le piccole e medie imprese è assai complicato, l’auspicio è che l’aggravio fiscale sulle banche, che la Cgia di Mestre stima il 5,9 miliardi di euro, non complichi ulteriormente una situazione per certi versi drammatica. Il prezzo – prosegue – che Renzi rischia di far pagare a tutti gli italiani, per garantire il beneficio di 80 euro in più ai lavoratori dipendenti, è assai pesante. Non vi è dubbio, infatti, che le banche renderanno più gravoso e oneroso l’accesso al credito, bloccando, così, sul nascere ogni possibilità di ripresa. Non proprio l’effetto desiderato e auspicato da Renzi e dai suoi consiglieri economici». La sintesi di Fabio Armeni, candidato al Parlamento Europeo per l’Italia centrale nelle liste di Forza Italia è racchiusa in pochi punti. «Ancora una volta ha ragione il presidente Berlusconi: nessuno ha la bacchetta magica e per risanare l’Italia è necessario rivedere i trattati, spezzare il vincolo del 3% e del Fiscal Compact. Sono queste e molte altre le misure reali e concrete in grado di risollevare il Paese, i cittadini e la Pmi italiana».