Berlusconi a Grillo: «Un assassino». La replica: «Solo un pover’uomo»
Duro botta e risposta a distanza tra Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Il Cavaliere, nel corso della trasmissione L’Aria che Tira, lo ha sfidato a un incontro pubblico, in tv, per dimostrare «che lui riceveva una parte di compenso in nero e porto anche la sentenza con cui è stato condannato per omicidio colposo avendo ucciso tre persone». «È un pover’uomo che non crede nemmeno più in quello che dice», è stata la replica di Grillo, che era a Montecitorio per il Restitution day. «Sta zampettando da una televisione all’altra per salvare le sue aziende, non gli elettori», ha proseguito. Dunque, all’indomani della partecipazione del leader del M5s a Porta a Porta, dove, tra l’altro, aveva invocato la «lupara bianca» per Matteo Renzi, il clima di questo scorcio di campagna elettorale si conferma infuocato. «Lui è uno esperto sul non entrare in prigione: con colpa ha ucciso 3 amici. È condannato per omicidio plurimo colposo, è pregiudicato e assassino, ha scampato la prigione e non dovrebbe tornare su questi argomenti», ha detto Berlusconi in tv, aggiungendo che «tutti nel mondo dello spettacolo sapevano che questo signore non faceva spettacoli se non era pagato in nero. Poi è stato denunciato da un imprenditore, ed ora fa il moralista?». Il Cavaliere è tornato anche sul paragone con Hitler, ribadendo che Grillo «dice le stesse cose che diceva Hitler in campagna elettorale» e «le persone che lo votano cercano la vendetta e vogliono il sangue». Si è, inoltre, detto convinto che sia una persona cattiva, richiamando la vicenda dell’invocata vivisezione per Dudù. «Quando Grillo esce dal copione a cui collabora Casaleggio – ma non so – viene fuori che è intimamente cattivo. Perché solo uno così può dire che un cane deve essere vivisezionato», ha detto Berlusconi, aggiungendo che lui «ha un cane che si chiama Delirio ed è una cosa in cui ho ritrovato una certa coerenza». Ma nel corso della trasmissione c’è stato spazio anche per temi più prettamente politici, come quelli del governo, delle riforme, della “successione”, del futuro del centrodestra. «Il centrodestra si unirà perché se ci dividiamo perdiamo», ha detto Berlusconi, lanciando però frecciatine al Nuovo centrodestra, i cui esponenti «non sono né nuovi né di destra», e ad Alfano, sul cui operato come ministro non ha voluto «dare un giudizio».