Flash mob di Fratelli d’Italia contro l’invasione di immigrati a Roma voluta dal sindaco

20 Mag 2014 20:26 - di Redazione

Per protestare contro le politiche sull’immigrazione del governo Renzi e contro la scelta del sindaco Marino di accogliere nella Capitale circa 3 mila rifugiati sui 20 mila che il Ministero dell’Interno ha deciso di distribuire nei Comuni italiani, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ha organizzato questa mattina a Roma un flash mob in via Giorgio Grappelli davanti all’ex Hotel Roma Est recentemente trasformato in un centro di accoglienza per rifugiati. Tra i presenti il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni, il capogruppo del movimento in Campidoglio, Fabrizio Ghera, e il portavoce capitolino di FdI-AN, Andrea De Priamo. Il leader di FdI-AN, accompagnata da Ghera e De Priamo, ha visitato il centro di accoglienza. «Ci chiediamo come mai il sindaco Marino – ha detto Meloni – abbia scelto di ospitare a Roma più di 20 volte tanto quello che stanno facendo i Comuni in tema di richiedenti asilo. Oltre duemila e cinquecento richiedenti asilo, quasi tremila, saranno ospitati nella Capitale, quando il Comune non riesce a dare risposte ai cittadini romani. Mentre i posti negli asili nido diminuiscono, i servizi peggiorano e non ci sono i soldi da spendere per aiutare i romani, Marino sceglie di investire più di 7 milioni di euro l’anno per 3 anni per fare il primo della classe nel rapporto sull’accoglienza agli immigrati». «Il sindaco di Roma – hanno aggiunto Ghera e De Priamo – ha scaricato nelle periferie e sui romani il peso economico e sociale dell’immigrazione selvaggia. È gravissimo che Marino non abbia messo a conoscenza i cittadini della realizzazione dei centri di accoglienza, strutture che sorgeranno in tutti i quadranti della Capitale e che oggi conosciamo solo grazie all’accesso agli atti di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. È impensabile realizzare nuovi centri d’accoglienza che andranno ad appesantire zone già degradate, pensiamo alla zona di Settecamini dove già insiste il campo nomadi di via di Salone, o in altri quartieri delocalizzati della città dove mancano ancora infrastrutture primarie e urbanizzazioni».

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