Il Cavaliere: le fiction della Rai fanno pubblicità alla mafia. Liberiamo la cultura dall’egemonia di sinistra
È un attacco diretto al cuore di viale Mazzini e all’egemonia culturale della sinistra. «Non si tratta di fare pubblicità alla mafia come fa la tv pubblica, noi questo non lo facciamo, noi facciamo fiction per promuovere l’Italia», ha detto Silvio Berlusconi aprendo la conferenza stampa nella sede di Forza Italia per presentare, insieme a Giancarlo Galan, il neonato Dipartimento cultura di cui fa parte anche Edoardo Sylos Labini, marito di Luna Berlusconi, nipote dell’ex premier. «La cultura aumenta la creatività, la creatività stimola l’economia, l’economia produce posti di lavoro – ha spiegato – Io ho fatto la mia parte, sono il primo imprenditore culturale d’Italia». Il Cavaliere ha spiegato di sentire la mancanza di un dipartimento della cultura: «Edoardo Sylos Labini ha rilasciato un’intervista sul “Giornale” in cui ha ricordato un luogo comune, odioso per noi liberali, in base al quale un artista vero deve per forza essere di sinistra e questa è anche colpa della destra liberale che non ha saputo controbattere una strategia così ben attuata». La sinistra ha conquistato il mondo della cultura attraverso la conquista «delle casematte e ha applicato questo sistema in modo assolutamente professionale mettendo i suoi uomini nella scuola, nelle università, nelle case editrici, nei giornali, nella televisione pubblica, nella magistratura», ha spiegato il Cavaliere annunciando di aver parlato con «i signori al governo» per detassare le imprese che si occupano di cultura. «Verrò presto al teatro Dal Verme a parlar male della sinistra», ha aggiunto al grido di “Liberiamo la Cultura”. Quanto al suo ritorno in video dopo un anno di digiuno, il leader azzurro ha ironizzato: «Anche i campioni hanno bisogno di fare allenamento, erano 14 mesi che non facevo tv, ora sono allenato, peggio per voi…». Infine una stoccata divertita al premier parlando della cena a Palazzo Chigi con Matteo Renzi: «Con me si mangiava molto meglio… Ho avuto il pregio di aver inventato il menù tricolore e, quando dissi a Bush, che doveva venire in Italia, se voleva che cambiassi menù, lui mi disse di no, altrimenti non sarebbe venuto».