Il Papa in Terra Santa: nel suo bagaglio messaggi di pace e un invito al dialogo interreligioso
Affabile. Sorridente, e con l’immancabile borsa di pelle nera stretta nella mano sinistra, Papa Francesco è partito per la Terra Santa, non prima di aver salutato la numerosa delegazione – dal ministro Madia a ciascun membro delle forze dell’ordine, passando per il vicesindaco di Fiumicino Annamaria Anselmi e per il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro – che ha trovato ad accoglierlo all’aeroporto “Leonardo da Vinci”. Dove è arrivato, com’è nel suo stile sobrio, a bordo di una Ford targata semplicemente Scv. L’Airbus A321 dell’Alitalia con a bordo Papa Francesco è decollato alle 8.33 alla volta di Amman, prima tappa del viaggio apostolico in Terra Santa. L’arrivo nello scalo internazionale Queen Alia è previsto alle 13 ora locale (le 12 in Italia).
Il bagaglio spirituale e umanitario che Papa Bergoglio porta con sé in questo che è il suo secondo viaggio internazionale – il quarto di un Pontefice il Terra Santa – è carico di aspettative: di pace, innanzitutto, in terre martoriate dal conflitto. Di fede, nello storico epicentro in cui il cristianesimo ha avuto origine. Di dialogo interreligioso. Non a caso, in un’intervista alla Stampa rilasciata da Shimon Peres che si prepara ad accogliere il Pontefice, il presidente israeliano ha ricordato come «il Papa rappresenta lo spirito della nostra epoca, e con la modestia supera divisioni e incomprensioni. Non credo che qui avremo la pace solo perché arriva il Papa, ma ritengo che la sua presenza potrà dare un grande contributo perché tutti lo rispettano, ebrei, cristiani, musulmani, drusi. E c’è attesa collettiva perché arriva in un momento delicato per il processo di pace».
E allora, l’agenda è fitta di appuntamenti importanti, e le misure di sicurezza ingenti: del resto, Papa Francesco porta con sé un rabbino e un capo musulmano, e in agenda ci sono gli incontri con Peres, Netanyahu, il presidente Abu Mazen. Dunque, truppe schierate in Giordania, dove lo stato di allerta è alto soprattutto al confine settentrionale con la Siria e nell’area del sito del Battesimo sul Giordano, già chiusa ai visitatori. Anche Betlemme è assediata: i rischi individuati dagli addetti alla sicurezza sono molti e di diversa natura, e ulteriormente appesantiti dal fatto che Papa Francesco vuole – com’è sua abitudine – stare in mezzo alla gente: motivo per cui ha già ribadito di non voler utilizzare la Papa mobile.
Tre, allora, le tappe in altrettanti giorni di visita, in Giordania, nello Stato palestinese e in Israele. Andrà quindi in visita ai reali di Giordania, Abdullah e la moglie Rania, già da lui ricevuti in Vaticano, e incontrerà le altre autorità del Regno Hascemita. Alle 16.00 locali (le 15.00 italiane) celebrerà quindi una messa nello stadio internazionale della capitale giordana, dove sarà impartita la prima comunione a 1.400 bambini. Ma un momento cruciale della giornata sarà la visita nel tardo pomeriggio al sito dove la tradizione vuole sia avvenuto il battesimo di Gesù, a Betania oltre il Giordano, dove Francesco incontrerà nella chiesa latina e resterà a cena con un gruppo di rifugiati siriani e giovani disabili. Domenica il Pontefice sarà a Betlemme, e già in serata arriverà a Gerusalemme, tappa conclusiva del viaggio voluto a cinquant’anni dello storico incontro del gennaio 1964 tra Papa Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora. Un viaggio all’interno del quale il Pontefice incontrerà in quattro diverse occasioni il patriarca Bartolomeo I, «primus inter pares» dell’ortodossia. «Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio pellegrinaggio in Terra Santa, a cinquant’anni dallo storico viaggio del venerabile Paolo VI, al fine di pregare per la giustizia e la pace e per incoraggiare il dialogo ecumenico e interreligioso, desidero rivolgere a lei, signor presidente, e al popolo italiano il mio cordiale saluto, che accompagno con sinceri auspici per il bene spirituale e sociale della diletta Italia», ha scritto infatti Papa Francesco in una nota inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il quale, da parte sua ha replicato: «Sono certo che il suo pellegrinaggio sarà foriero di un messaggio di speranza per tutti coloro che si impegnano a portare pace e stabilità in quella terra cui anche l’Italia è legata da importantissimi vincoli storici e religiosi».