Il Pd vuole Marianna Madia al posto di Marino: tutto pronto per scaricare il sindaco dopo le europee
Non è una novità: il Pd non vede l’ora di disfarsi di Ignazio Marino. Da tempo si parla di insoddisfazioni e malumori nei confronti del sindaco eletto appena un anno fa. Sentimenti che, nei mesi, diversi esponenti del partito romano hanno dichiarato anche esplicitamente. Ora, però, un retroscena di Repubblica aggiunge un elemento: il partito avrebbe già trovato un sostituto
su cui puntare alla prima occasione utile. Anzi, una sostituta, visto che si tratta di Marianna Madia. Il titolo dell’articolo è «Madia, il nome che compatta il Pd. “È la carta segreta per il Campidoglio”». In realtà, di segreto, anche prima delle quattro colonne di ricostruzione, non pare ci fosse poi tanto. Il pezzo firmato da Giovanna Vitale, infatti, spiega che «tra i parlamentari e i consiglieri comunali non si parla d’altro». Tutto l’apparato dem, a quanto pare, sarebbe pronto a sostenere quella che la Repubblica chiama ora «la botticelliana ministra», ora «la giovane condottiera». Determinante sarebbe stato il modo in cui ha gestito l’affaire del salario accessorio per i dipendenti comunali. «È stata lei il vero motore della trattativa», scrive la Repubblica, restituendo l’idea di una Madia che, con perizia politica e capacità di trattare da fuori classe, è riuscita ad allontanare lo spettro dello sciopero generale del 19 maggio (annullato dai sindacati confederali), «proclamato a cinque giorni dalle europee, a suonare come una campana a morto sul risultato del Pd». Per Marino, invece, la vertenza ha rappresentato l’ennesima grana fatta di scontri con le parti, scioperi minacciati e realizzati, debolezze amministrative. Un copione che si è già visto e rivisto con diverse categorie cruciali per il funzionamento della città, dai vigili urbani al settore ricettivo. E questo senza arrivare al pasticcio dell’approvazione di bilancio, che più di tutto il resto ha determinato il logoramento dei rapporti con il partito. «Non è un mistero che da mesi il Pd trami per mandare a casa il sindaco», ricorda ancora il quotidiano, spiegando che la Madia sarebbe «la carta su cui puntare per liberarsi del chirurgo dem senza rischiare la disfatta». Tali e tanti sarebbero i pregi della ministra, puntualmente elencati nella ricostruzione, che – scrive la Repubblica – «più di qualcuno ironizza: “Persino Marino farebbe fatica a essere contrario”». Dunque, secondo questo scenario, i giochi ormai sarebbero fatti e «dopo le europee ogni occasione tornerà buona: se infatti il Pd prenderà una percentuale al di sotto della media nazionale, sarebbe la prova che Roma ha un problema e ogni decimale in meno sarà messo in carico a Marino. Renzi a quel punto lo mollerebbe. E la maggioranza capitolina cercherebbe l’incidente decisivo».