Il premier annaspa, il Colle gli dà l’aiutino ma non basta: all’Olimpico ha sbagliato tutto
L’interpretazione corretta viene fornita da Matteo Renzi soltanto in secondo serata. Bruno Vespa, nella puntata di Porta a Porta, ha intervistato il presidente del Consiglio sui disordini di sabato all’Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Nel frattempo però, in soccorso del premier è venuto il Presidente della Repubblica il quale, detto che quanto visto l’altra sera non è calcio e «va trattato in modo diverso», si è augurato che le società «rompano con i facinorosi» ed ha spiegato di aver apprezzato la frase di Renzi («a quelli lì il calcio non glielo consegno!») :«L’avrei detta anch’io», ha chiosato Napolitano.
Quel che già è più di una voce, stante la fibrillazione della Polizia e il protagonismo di Alfano, è la decisione (sarebbe stata già presa) di raddoppiare da subito il Daspo ai recidivi contestualmente all’allargamento dei reati per i quali è prevista la possibilità di applicazione del provvedimento restrittivo. Provvedimento che nella prossima settimana potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri.
Come è normale che sia, le reazioni politiche non si sono certo fatte attendere. Tutta la giornata è stata caratterizzata da un profluvio di interventi, di accuse, di spiegazioni, di richieste. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Brunetta, ha chiesto che il Governo riferisca subito in Parlamento, mentre il suo collega di partito e responsabile Sport di FI, nonché ex presidente del Coni, Franco Carraro, ha firmato una durissima nota contro il responsabile del Viminale e contro il premier. «Come già successo a Lampedusa, ancora una volta il ministro dell’interno Alfano si è dimostrato inadeguato a ricoprire il suo incarico» ha tuonato Carraro che altrettanto duro è stato con Renzi: «Anche il comportamento del presidente del consiglio, Matteo Renzi, impotente in tribuna d’onore davanti al disonore dei fischi al nostro inno nazionale e al disprezzo dello spirito sportivo che si stava consumando all’interno dell’Olimpico, è la dimostrazione di una totale incapacità e insipienza politica e istituzionale…»
Per parte sua Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, ha fatto notare quanta approssimazione ci sia stata nello gestire un evento di siffatta portata: «A Roma la situazione è stata gestita male – ha spiegato la Meloni – è stato sottovalutato l’andamento dell’evento sportivo. Dopodiché bisogna dire che le politiche attuate in questi anni non hanno dato i frutti sperati» Le politiche repressive, ha spiegato ancora la Meloni, e la tessera del tifoso non hanno dato i risultati che avevamo immaginato. «Vale la pena – ha aggiunto – di tornare a ragionarci sopra. Così come è necessario che una valutazione va fatta anche con i tifosi delle curve che non sono tutti teppisti o camorristi» Buonsenso con il quale ha convenuto anche Silvio Berlusconi che, in una intervista al Tg4, ha voluto porre l’accento proprio sul tifo ultrà: «Mi lasci dire una cosa che non ho trovato su nessun giornale… Quando si parla di ultrà, bisogna distingurere, perchè ci sono i delinquenti e ci sono gli ultrà. Gli ultrà – ha proseguito il leader di Forza Italia- sono tifosi appassionati, con degli ideali, che vedono negli atleti in campo quasi la personificazione di se stessi».
Sulla dinamica innestatasi all’Olimpico, sul confronto con le frange dei tifosi più esagitati e su quella che è stata definita una trattativa, ha presentato una interrogazione parlamentare il sen. Maurizio Gasparri che, senza mezzi termini, chiede al ministro Alfano quali siano stati gli interventi attuati dai rappresentanti delle istituzioni sabato scorso: «L’avvio della gara è stato ritardato, ci sono stati disagi, discussioni e negoziati che ahnno visto protagoniste le frange più estreme della tifoseria. Alcuni tifosi – sottolinea Gasparri – nonostante l’atteggiamento minaccioso e l’abbigliamento insultante col quale inneggiavano a persone condannate per l’assassinio dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti, sembrano essere state elette a rango di interlocutori delle istituzioni. Tutto ciò è vero? E’ vero che ci sono stati incontri con le tifoserie all’interno dello Stadio? Tra i tifosi protagonisti c’erano alcuni colpiti da Daspo?» Domande alle quali il governo, e nella fattispecie proprio il ministro Alfano, dovrà, senza infingimenti, rispondere prima possibile.