Il video di Fratelli d’Italia al mercato con il docente di sinistra anti-euro
«Ah signò, me dispiace, ma co’ dieci euro te ne posso da’ una sola». La signora ci resta male: «Co’ dieci euro una sola?! Taa tieni, naa voglio, a voglio paga’ come l’ha pagata lei». Lei, Giorgia Meloni, l’aveva pagata con la lira. Per questo di cespi di lattuga ne aveva ottenuti due. Fratelli d’Italia
ha scelto di illustrare l’impennata dei prezzi dovuta all’euro con un video che è stato postato su diversi social network (da youtube a twitter, passando per facebook) e che promette di diventare virale. La scena si svolge intorno al banco di un vero mercato rionale, quello di via Corinto, al quartiere San Paolo, e ha come protagonisti un paio di militanti e diversi “attori di strada”, avventori che si trovavano nella struttura e si sono prestati alla scenetta, che si conclude con l’invito a votare FdI-An alle europee. L’idea del video “Giorgia Meloni tra la gente: con l’euro compri la metà” nasce dalla recente divulgazione dei dati Istat sulla perdita del potere d’acquisto negli ultimi dieci anni: meno 45% ha certificato l’Istituto, che non ha fatto altro che confermare quanto gli italiani già sperimentano nelle loro spese quotidiane. A partire da quelle che fanno al mercato, dove i prezzi di frutta e verdura hanno subito un’impennata, anche per l’aumento dei costi all’origine. Non a caso, come raccontano dallo staff di Fratelli d’Italia, i primi a voler partecipare al video-denuncia sono stati gli esercenti. Le verdure che si vedono sul banco del filmato le hanno fornite loro, dopo aver mostrato, fatture alla mano, quanto siano cresciuti i costi di produzione. «Anche decuplicati», ha spiegato qualche esercente, sottolineando come questo abbia steso non solo le famiglie, ma anche loro con il risultato che molti hanno dovuto chiudere. Il banco su cui Fratelli d’Italia ha allestito il set era uno di quelli lasciati vuoti, abbandonati a causa del combinato disposto crisi-euro. «La voglio paga’ come l’ha pagata lei. In lire la voglio paga’», insiste la signora, che non sembra proprio aver avuto problemi a calarsi nella parte. Zucchina in mano, la signora incalza il militante-esercente: «Questa co’ la lira la pagano 500 lire, mo perché la pago un euro e 50?». È l’assist per una piccola lezione di economia, che passa dal dato pratico alla teoria grazie alle parole di due “docenti” d’eccezione. «Vede signora, quando è entrato in vigore l’euro il suo potere d’acquisto è diminuito del 45%, quindi i prezzi sino sono duplicati ma il suo stipendio è rimasto uguale anzi è praticamente diminuito. Quindi, questo glielo davano con la lira e questo glielo danno con l’euro», ha chiarito la Meloni, spezzando la zucchina brandita dalla signora e consegnadole una metà. «Quindi noi pensiamo che all’Italia non convenga stare all’interno dell’euro a queste condizioni», prosegue Meloni, di fronte alla signora compiaciuta che commenta con un «ecco, brava. Brava». Più avanti tocca ad Alberto Bagnai, professore associato di Politica economica a Pescara, spiegare perché, oggi, ci si ritrovi in questa situazione. «Il problema è che l’euro è una moneta che dietro non ha nessuno Stato e questa la espone a essere gestita in un modo che non risponde alle esigenze di nessuna delle democrazie che compongono l’eurozona», chiarisce il docente, anche lui tra le corsie del mercato. «È stato messo il carro davanti ai buoi, ora c’è un costo da pagare e prima si paga e minore sarà: bisogna separarsi», è la conclusione di Bagnai. Un professore vicino a Fratelli d’Italia? «Macché, è di sinistra, ha anche un blog sul Fatto quotidiano, ma – chiarisce ancora lo staff di FdI-An – ha un rapporto di stima nei confronti di Giorgia e si è messo a disposizione al di là degli schieramenti per spiegare con parole semplici concetti complessi».