Libri. Essere donna e medico nell’XI secolo, il disco e la passione per il vinile, le memorie di Hiroo Onoda, undici azzurri raccontano i Mondiali

31 Mag 2014 9:22 - di Redazione

Combinando sapientemente verità e finzione, indizi documentali e immaginazione, il romanzo di Dorotea Momuli Apicella narra la vicenda di Trotula de Ruggiero, punta di diamante della Scuola medica salernitana (sec. XI). L’incontro con Edoardo il Confessore, futuro re d’Inghilterra, è la chiave di volta del racconto: un amore grande, folgorante, che infiamma il cuore di lei adolescente e s’imprime per sempre nella sua anima. Ma è un amore impossibile, a causa della ragion di stato, suggellato già sul nascere dall’addio. Proprio in forza di questo sentimento, Trotula avrà il coraggio di proseguire tenacemente nel cammino della ricerca scientifica affrontando con coraggio e determinazione le prove del suo futuro di donna tra cui il matrimonio con Giovanni Plateario, suo maestro, molto più vecchio di lei, voluto da suo zio il principe Guaimario IV. Un’esperienza amara la sua, come quella di tante donne del suo tempo, ma non senza un intimo sentimento di rivolta, che la spinge ad approfondire gli studi per riscattare se stessa e tutte le altre donne, donando loro la salute del corpo e il piacere della sua bellezza. Trotula de Ruggiero fu la prima tra le donne di Salerno ad esercitare la pratica sanitaria con ricette mediche riportate in appendice al libro (Dorotea Momuli Apicella, Io, Trotula, Marlin, pp. 412, euro 19,50)

Dopo un periodo di declino, dovuto all’emergere e alla massiccia diffusione del formato digitale, il disco in vinile vive ora una stagione di rinascita con vendite che in Gran Bretagna hanno raggiunto picchi impensabili fino a pochi anni fa. Senza questo rivoluzionario supporto la storia della musica sarebbe sopravvissuta solo in parte. Nato fra Europa e Stati Uniti nel contesto della rivoluzione industriale e del grande sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, il disco si è rapidamente affermato come uno dei contributi più rilevanti del Novecento, simbolo di un pensiero capace di coniugare in un oggetto senza frontiere arte e scienza, ricerca grafica e ubiquità del suono riprodotto e dell’ascolto. Questo saggio, il primo in Italia dedicato a tutti gli aspetti del disco e l’unico a ripercorrere tutte le teorie su di esso, traccia la storia di un supporto in continua evoluzione (dal cilindro di cera di Edison al brevetto di Berliner, dal microsolco al cd) anche in ragione delle decisive interazioni con i generi musicali, la rete dei media, il sistema produttivo, gli eventi bellici e sociali. Un testo che sottolinea il valore del disco come bene culturale e come oggetto di studio e di archiviazione e conservazione, oltre che come prodotto industriale. (Luca Cerchiari, Il disco, Odoya, pp.272, euro 18)

Nel 1945, nell’isola filippina di Lubang, il nipponico Hiroo Onoda, tenente dell’esercito imperiale, riceve dal suo comandante, il maggiore Yoshimi Tanigushi, una consegna: di rimanere a Lubang, compiendo azioni di guerriglia contro i soldati americani dopo il loro sbarco nell’isola, di resistere a ogni costo, perseverando in attesa di nuovi ordini, senza prestar fede a qualsiasi ingannevole invito alla resa. A 23 anni, egli comincia così la propria “guerriglia di treni’anni” nella giungla di Lubang. Essa termina nel marzo 1974, allorché, recatosi nell’isola, il maggiore Yoshimi Tanigushi solleva dalla consegna il tenente Hiroo Onoda, dopo avergli comunicato la dichiarazione il capitolazione dell’Imperatore nel 1945. Qui, in azione dietro le linee, è una figura specificamente umana: Hiroo Onoda. Ma dietro ancora, e sopra di questa, al vertice dei propri lineamenti particolari si staglia, quale immagine sovraumana, la idea dell’uomo come specie essenziale che oltrepassa ogni combinazione temporale, condizione razziale, limitazione terrestre. Hiroo Onoda è morto lo scorso 16 gennaio. (Hiroo Onoda, Dietro le linee. Io, solo, per trent’anni in guerra, Edizioni di Ar, euro 25)

Undici azzurri raccontano quarant’anni di Mondiali da un punto di vista inedito e personale: quello del campo. Undici partite chiave, nel bene e nel male, da Messico 1970 a Sudafrica 2010. Dalla viva voce dei giocatori che hanno combattuto quelle sfide da leggenda, le emozioni, i retroscena, le piccole scaramanzie e i grandi avversari che hanno fatto la storia della Nazionale italiana ai Mondiali: da Italia-Germania 4-3, la “partita del secolo”, alla sfortunata spedizione del 2010, passando per i successi del 1982 e del 2006 e le grandi rivalità con Argentina e Brasile. Un occhio indiscreto nella vita di spogliatoio, nei ritiri, nelle emozioni di fango e sudore che hanno unito generazioni di tifosi. (Massimo Rota-Franco Dassisti, Il mondiale è un’altra cosa, Bompiani, pp. 340, euro 17)

 

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