«Mio padre? Uomo crudele e genitore assente». Parola di Alina Castro, figlia di dittatore
Fidel Castro è una «persona con un livello di crudeltà abbastanza elevato»: così Alina Fernandez Revuelta, figlia naturale dell’ex presidente cubano, torna a descrivere descrive quello che per lei è stato «un padre assente» che se non è mai «arrivata a odiare» non nemmeno «mai chiamato papà». In un’intervista alla Efe da Miami – dove vive dal 1993, quando è fuggita da Cuba con un passaporto falso mescolata in mezzo a una comitiva di turisti spgnoli – Fernandez dice che «non ha avuto tempo di voler bene a su padre, perché ho saputo che ero sua figlia quando avevo 10 anni, e questo è coinciso con uno dei lunghi periodi in cui spariva: era un visitante tenero, notturno, ma non mi sono mai abituata a chiamarlo papà». Figlia di Natalia Revuelta Clews e l’allora leader rivoluzionario – che la riconobbe legalmente dopo la sua nascita, nel 1956 – Fernandez racconta che «avevo sempre pensato che mio padre fosse Orlando Fernandez (suo patrigno, ndr) che se n’era andato dal Paese, diventando un “gusano” (verme, termine spregiativo usato per gli esiliati dal regime, ndr) il che mi dava molta tristezza e vergogna, perché io lo ricordavo con molto affetto». «Fidel Castro non era un padre. Ogni tanto compariva a casa, ma era un visitante capriccioso: poteva avere attacchi di paternità ma anche lunghe assenze. Era un signore onnipresente alla televisione, nei discorsi, ma come padre era assente», racconta ancora la donna, di 58 anni. Interrogata sul modo in cui suo padre passerà alla storia, Fernandez risponde che «per i cubani l’eredità di Castro è un Paese in rovine e l’esilio, una esperienza molto dura», ma aggiunge che sua madre probabilmente direbbe esattamente il contrario, perché «per lei Cuba era il paradiso terrestre mentre per me era un inferno». Nel 1998 scrisse un libro di memorie intitolato “Alina, la figlia ribelle di Fidel Castro”.