«Non votare mi pesa molto»: il Cav tra i malati e una partita di calcetto
Anche una partitella di calcetto ha scandito le ore di Silvio Berlusconi in questa giornata particolare trascorsa a Cesano Boscone, nella struttura Sacra Famiglia, dove sta scontando il suo periodo di affidamento in prova ai servizi sociali. Ha accompagnato i malati di Alzheimer al campo di calcetto e con loro ha guardato la partitella della squadra di ospiti portatori di handicap, che qui si allena ogni sabato. Lì si è intrattenuto per alcuni minuti commentando anche alcune fasi di gioco per poi rientrare al padiglione San Pietro e svolgere le normali attività a cui è stato destinato. Basta un rettangolo di gioco e un pallone per regalare un po’ di serenità, pur in un luogo di cura. Berlusconi è arrivato puntualissimo in mattinata nella struttura, nel reparto in cui è stato assegnato, dove si trova il nucleo di venti ospiti malati di Alzheimer. Il leader del centrodestra li segue ormai da tre settimane, insieme ai volontari della struttura, alla responsabile Giuliana Mura e MarSan Pietro, ia Giovanna Sambiase, l’educatrice del reparto. Oggi ha iniziato in maniera più attiva a collaborare con i volontari, dopo il primo periodo di osservazione. Il personale della Sacra Famiglia ha deciso di fargli accompagnare alcuni pazienti fino al campo di calcetto, non lontano da San Pietro, per guardare insieme a loro una quindicina di ospiti che qui ogni settimana si allenano. L’ex premier, poi, è rientrato nella struttura dove è rimasto ‘a svolgere altri servizi di reparto’ fino alle 14.00. Prima di arrivare all’uscita, dove l’attendevano una ventina di cronisti, l’ex premier si è fermato lungo il viale a parlare cordialmente con i dipendenti della struttura e, infine, è stato fermato da alcuni sostenitori, tra cui una donna che, piangendo, gli ha consegnato una lettera.
La serenità, che pure sui respira, non allevia, però, il macigno che lo tormenta. «Non votare? Mi pesa, effettivamente mi pesa», ha ammesso lasciando l’istituto di Cesano Boscone. Del resto, la durezza, al limite dell’arroganza, con cui gli è stato tolto il diritto di voto non è uno “schiaffo” che possa superare con spirito sportivo il leader di una vasta area di elettori e che ha oggi ancora un ruolo di peso sul tavolo delle riforme e dei processi di cambiamento del Paese. «Dopo vent’anni di battaglie per la liberà», ha continuato, «essere arrivato ad avere un pericolo da sinistra e un altro pericolo da non sottovalutare che è quello costituito dal Movimento 5 stelle, essere qui a rappresentare l’Italia democratica senza nemmeno avere la possibilità di esprimere un voto, questo francamente mi pesa molto». E conclude: «Basta, non posso dire di più, come vedete – ha detto replicando ad altre domande dei giornalisti -, non posso parlare». Nel pomeriggio si concede una passeggiato in centro a Milano. Come passerà la giornata di domani, gli chiedono i cronisti e le persone che si stringono intorno a lui: «Sperando e pregando», risponde congiungendo le mani a mo’ di preghiera. È possibile che, se ci sarà bel tempo, l’ex premier decida di passare la giornata, a quanto si è appreso dal suo entourage, con la figlia Marina nella sua villa di Lesa.