“Pizzo” ai No Tav per non disturbare il convegno con Chiamparino. Proteste trasversali dal Pd a Fratelli d’Italia
Pagare i No Tav per evitare proteste. S’infiamma il dibattito politico per il caso dei gestori di un centro convegni in Valle di Susa che lunedì scorso aveva ospitato un incontro elettorale di Sergio Chiamparino, candidato del Pd alla presidenza della Regione Piemonte: hanno infatti ammesso di avere versato una parte del ricavato al fondo per le spese legali dei No Tav. Per l’esattezza metà dell’affito pagato per la sala. “Quella sera non abbiamo avuto problemi – hanno spiegato – e ci è sembrato giusto così”. “Non metteremo mai più piede in un posto che accetta le regole della mafia No Tav”, tuona Chiamparino. Quanto ai No Tav, dicono che si tratta di un gesto di simpatia da parte dei gestori: “L’evento non ci interessava, non volevamo fare da cassa di risonanza a certi personaggi. Evidentemente qualcuno non si rassegna al fatto che non si può comprare tutto”. Ma Antonio Saitta, presidente della Provincia, parla di episodio “inaudito e gravissimo”, e Stefano Esposito, senatore Pd, usa il termine “pizzo”.
La polemica divampa alla vigilia della grande manifestazione che i No Tav hanno convocato a Torino: si protesta per le accuse di terrorismo lanciate dalla procura a quattro simpatizzanti di area anarchica. Sono attesi migliaia di dimostranti, fra i quali si mescoleranno alcuni dei vip della cultura e dello spettacolo che a febbraio firmarono l’appello “Contro la vendetta di Stato”. Gli organizzatori, ufficialmente e anche nei contatti informali con le autorità, continuano a ripetere che sarà una manifestazione “pacifica, colorata, per famiglie”. Ma il timore che qualcuno ne voglia approfittare per scatenare disordini è alto. E i sindacati di polizia rispondono che il corteo “dovrà essere un momento di alto senso di responsabilità da parte di tutte le componenti sociali, politiche e istituzionali affinché il legittimo dissenso sociale sia esercitato nel rispetto della legalità, di coloro che la tutelano e di coloro che la applicano: i magistrati”. Per buona misura secondo alcuni, per “alimentare la tensione” secondo i No Tav, poderose recinzioni in acciaio e cemento armato proteggeranno gli accessi posteriori del Palazzo di Giustizia di Torino: il corteo, infatti, partirà proprio da lì.
“La vicenda ammessa dai gestori della Cascina Roland di Villar Focchiardo – commenta Agostino Ghiglia di Fratelli d’Italia – è un atto inqualificabile e vigliacco, ulteriore scatto in avanti di una vera e propria strategia del terrore che ora viene utilizzata anche per rimpolpare le casse della protesta”. Per Ghiglia è “la conferma di quanto andiamo dicendo da tempo: la Tav per questi delinquenti è un mero pretesto. Sono ben altri gli interessi del Movimento, ed è evidente in questi nuovi slanci di resistenza creativa. Stupisce il silenzio assordante del Movimento 5 Stelle, prontissimo a mettere alla berlina chicchessia ma solo quando fa comodo: evidentemente siamo dinnanzi ad una moralità un po’ strabica. I No-Tav sostengono che non si può comprare tutto? Bene, non si può acquistare nemmeno l’omertà: Val Susa libera! Questa volta lo diciamo noi!”.