Scatta lo stop ai sondaggi. Attrazione fatale di Grillo sui giovani ma anche la Meloni è ok
A differenza di quello parlante, pedante e predicatorio, il Grillo urlante sembra essere al momento il leader più attrezzato a catturare il voto dei più giovani. Questo, almeno, è quel che ci consegna il sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato dal Corriere della Sera, destinato peraltro a fungere da battistrada da qui al voto per effetto dell’embargo sulla diffusione delle rilevazione demoscopiche negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale. Secondo il presidente della Ipsos, il M5S starebbe sul gradino più alto del podio nelle intenzioni di voto (32/34 per cento) nella fascia di età che va dai 18 ai 44 anni. Secondo il Pd, che si attesta su un non disprezzabile 26,7 per cento mentre Forza Italia non arriva al 14. Tra le forze minori meritano di essere segnalate le performance di Fdi-An (4,9), della Lega Nord (5) e soprattutto della Lista Tsipras (6,9).
Torna invece a brillare il partito di Berlusconi nella fascia degli over 65. Tra gli anziani Forza Italia totalizza un lusinghiero 23,3 per cento piazzandosi al secondo posto dietro il Pd che proprio in questa fascia anagrafica registra il proprio picco: 45,9. Chi, invece, proprio non riesce a sfondare il muro della terza età è proprio Grillo, fermo ad uno striminzito 8 per cento. Addirittura meglio che tra i giovani va FdI-An (5,3) anche se è nella fascia ricompresa tra i 45 ed i 54 anni che il partito della Meloni tocca il massimo: 5,9 per cento. Ma è l’intero centrodestra ad essere popolare tra i più anziani: se infatti ai voti per forzisti e “fratelli” si sommano quelli rilevati per il Ncd (6,9) e la Lega (4,8), si arriva ad un rassicurante 40,3 per cento.
Comunque sia, è di tutta evidenza che il risultato delle elezioni europee sia destinato ad incidere profondamente sul modello di legge elettorale in corso di approvazione. Difficilmente, l’Italicum potrà resistere nella sua versione attuale. Un successo grillino sopra le pur (per loro) rosee aspettative non potrebbe restare senza conseguenze su un elemento così delicato per la vita dei partiti come la legge elettorale. Sarà arduo, ad esempio, opporre un secco no all’eventuale richiesta del M5S di reintrodurre le preferenze o i collegi uninominali, così come appare complicato non rivedere al rialzo la soglia – attualmente fissata al 38 per cento – per ottenere il premio di maggioranza.
Per la cronaca, trasferendo i dati del sondaggio di Pagnoncelli dalle europee alle politiche e scommettendo sulla corsa in solitaria di Grillo (23,9 per cento), il centrosinistra guidato da Renzi, con il 40,4 per cento, prevarrebbe sul centrodestra (34,6) senza neanche ricorrere al ballottaggio. Siamo proprio certi che l’Italicum continui ad andar bene per il Cavaliere?