Sull’immigrazione Alfano cerca di recuperare e alza i toni: rovesceremo il tavolo addosso all’Europa

15 Mag 2014 10:15 - di Valerio Pugi

Angelino Alfano, almeno a parole, ha usato toni di fuoco contro l’Europa in materia di flussi immigratori. «Non c’è da battere i pugni sul tavolo, c’è da rovesciare il tavolo addosso. Nel semestre di nostra presidenza Ue ci giochiamo tutto e vogliamo portare a casa risultati», lo ha detto alla trasmissione “Omnibus” su La7. L’Europa e la comunità internazionale – ha continuato il ministro – «vadano in Africa a fare campi profughi, perché è lì che si frenano le partenze. Quando c’è stato da cacciare Gheddafi erano tutti lì in prima fila». Parole dure, insomma, anche se sanno tanto di campagna elettorale, perché nella sua veste di ministro dell’Interno Alfano avrebbe potuto, e potrebbe anche oggi, esercitare un ruolo molto più incisivo e determinante, come ad esempio spesso ha minacciato il premier di Malta, il cui peso politico in seno alla Ue non è certamente quello dell’Italia. L’altra proposta – ha proseguito Alfano – «è che il soccorso nel Mediterraneo lo deve fare l’Europa, non l’Italia. Infine, noi siamo pronti a dare un’accoglienza rapida a chi arriva per poi mandarli, attraverso corridoi, nei territori in cui intendono giungere. Spalmati su tutta Europa, questi numeri sono gestibili». Fra poco – ha ribadito Alfano – «diremo ai migranti che arrivano qui “prego, accomodatevi, andate dove vi pare”, e vedremo se gli Stati europei avranno il coraggio di revocare il Trattato di Schengen».
Per quanto riguarda la politica interna, replicando a Silvio Berlusconi che aveva definito “stampella” il Nuovo Centrodestra, Alfano ha replicato: «Noi siamo nella stessa coalizione di governo in cui Berlusconi ci ha portato. Non è che, se c’è lui al governo, Berlusconi è un padre della Patria e, se ci sono altri, sono stampelle. Noi pensiamo che Berlusconi abbia fatto un clamoroso errore ad uscire dalla coalizione di governo, un errore che ha prodotto danni incalcolabili”. Quanto alle offese nei confronti del Ncd – ha sottolineato – «c’è una strategia in cui prima ci hanno attaccato le terze file di Forza Italia, poi le seconde file ed ora lo stesso Berlusconi, ma dalla mia bocca non sentirete mai nulla di offensivo nei suoi confronti, gli abbiamo voluto e gli vogliamo bene». Infine, «i retroscena dell’ex ministro del Tesoro Usa – ha detto – vanno approfonditi, ma in quel periodo c’erano un indebolimento della maggioranza a seguito della fuoriuscita di Fini, un indebolimento del processo di riforme e poi la questione economia con i vincoli posti dalla lettera della Bce all’azione di governo». Riguardo a chi invoca una commissione di inchiesta sulla vicenda, per Alfano «e emergono fatti particolari che devono essere approfonditi, possiamo valutarla».
«Il nostro impegno è usare il consenso che riceveremo per ricostruire un centrodestra unito e vincente attraverso le primarie – ha concluso Alfano – Anche nelle primarie americane volano insulti e poi si sta insieme. Anche lì c’è un’area più moderata, che è quella che noi rappresentiamo, ed una più estremista. Saranno le primarie a determinare chi vince e chi perde si impegnerà lealmente a sostenerlo».

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