Aznavour, l’amico del Cav, in concerto a Roma. L’inconsapevole Marino gioisce, il Pd tentenna

18 Giu 2014 18:19 - di Girolamo Fragalà

Solo una sana e inconsapevole festosa libidine salva Ignazio Marino non solo dall’Azione cattolica ma anche dall’ira del Pd e dalle ironie pungenti del centrodestra. Lui si mostra sempre contento, qualsiasi cosa accada. Figuriamoci adesso, con Charles Aznavour che terrà il primo luglio un concerto-evento al Foro Italico di Roma («è un artista straordinario, capace di toccarci il cuore»). La sinistra, quella più settaria, ha evitato di commentare, magari consigliando al sindaco di essere più cauto nei suoi entusiasmi. Ma lui, l’inconsapevole Marino, ha continuato e l’ha buttata in politica: «Aznavour ha avuto la capacità di affrontare temi importanti come l’omosessualità in anni in cui pochissimi avevano il coraggio di parlarne». Un autogol, con il Pd in forte tensione perché buttarla in politica è pericoloso, il cantante-mito francese ha più volte espresso il suo pensiero finendo nel mirino proprio della sinistra, che non l’ha mai amato. E molti sono gli episodi che hanno creato un certo imbarazzo tra i democratici. A cominciare da quanto lo stesso Aznavour disse in merito alla cittadinanza degli immigrati: «Va data solo a chi la merita». Un esempio negativo? «Il padre di Leonarda (la quindicenne kosovara espulsa dalla Francia con la sua famiglia perché in situazione irregolare) che fa figli perché è un modo per avere diritti e denaro, è abominevole». Eppure Aznavour è di origini armene: «Sono il solo membro della mia famiglia ad essere nato in Francia – ha raccontato spesso il cantante, tra i simboli della chanson francaise – Ma dopo tanti anni mi sento meno armeno che francese. Si tengano solo gli immigrati che lo meritano. Essere francese è sposare la lingua della Francia, la sua cultura, e non volere essere altro». Concetti, questi, che il Pd non ha mai sposato. Per la sinistra, poi, Aznavour è doppiamente colpevole, in quanto è anche amico di Berlusconi: «Mi piace perché è matto e io ho sempre amato i matti. È stato condannato per frode fiscale? Oggi è una cosa banale». E ancora: «Sì che lo conosco, o meglio lo conoscevo prima che entrasse in politica. Una volta mi ha regalato duecento bottiglie di vino. Ama la buona musica, ha una stupenda collezione di quadri e parla bene il francese. Come può non piacermi?». Altro delitto commesso dall’artista francese: il duetto con il Cav sulla terrazza del Duomo. Sul sito del Partito democratico scrissero che per festeggiare era stato scongelato Aznavour. Altro che mito, quindi, il grande Charles era considerato un artista finito nel freezer. Per non parlare poi dei problemi tecnici all’audio che finirono per sabotare il concerto del cantante francese in piazza San Marco. Chi era il sindaco? Giorgio Orsoni, proprio lui, l’uomo finito nei guai per lo scandalo del Mose. E all’epoca, proprio per come fallì l’evento veneziano, il centrodestra chiese le dimissioni del primo cittadino. Con Aznavour alla sinistra è andata sempre male. Ma forse Marino non lo sa. E non sa neppure che è difficile costringere l’artista francese a parlare solo dei gay. Ma lui è un sindaco inconsapevole e perciò incolpevole.

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