Berlusconi da Napoli detta l’agenda: «Ci sono stati errori ma ora siamo in pista per combattere»

13 Giu 2014 20:46 - di Gabriele Alberti

«Mercoledì saremo pronti per presentare il referendum che chieda per gli italiani il diritto di eleggere con il proprio voto il presidente della Repubblica». Così Silvio Berlusconi in collegamento telefonico a Napoli detta l’agenda del partito dalla convention campana sul tema “La Campania guida di un nuovo Sud”, che ha luogo in un teatro gremito alla Mostra d’Oltremare. Dopo il 25 maggio, «questa  prima manifestazione segna il nostro ritornare a combattere, la nostra voglia di reagire e di andare avanti con Forza Italia capace di rinnovarsi e combattere per assicurare a tutti noi un futuro di democrazia e di libertà. Siamo già in pista», dice Berlusconi che dall’altro capo del filo spiega: «Sapete bene che sono in condizioni particolari, devo stare dove vogliono loro». Con Francesca Pascale in prima fila (che smentisce le voci di una sua discesa in campo) , in sala ci sono Giovanni Toti, Barbara Matera, il governatore della Campania, Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini, tra gli altri. «Durante la campagna elettorale delle Europee abbiamo commesso alcuni errori ma sapremo far tesoro di questo errori», ammette Berlusconi, rilanciando la posta: «Dopo i risultati delle ultime elezioni sappiamo di avere di fronte l’assoluta possibilità di arrivare alle prossime elezioni a convincere tanti italiani a non restare a casa e dare il loro voto ad una forza politica come la nostra».

In sala ferve il dibattito. Dispiaciuto dall’assenza di Fitto?, chiedono i cronisti al consigliere politico del Cav, Giovanni Toti. «No, sarei dispiaciuto dall’assenza di idee dalle nostre assemblee. Le persone fanno quello che credono», risponde. Peraltro Fitto aveva annunciato nei giorni scorsi che non sarebbe intervenuto. Ma le idee non mancano: «Mi pare che stiamo dibattendo tutti i giorni e che non manchi il dibattito interno al partito»,  argomenta Toti.  Gira che ti rigira, il nodo rimane sempre quello delle primarie. «Le primarie mi sembrano uno strumento francamente semplificato per affrontare il problema. Dopodiché quelle di coalizione – ammette – saranno indispensabili quando andremo a parlare con i nostri alleati di coalizione per costruire una alleanza alternativa a Renzi». Ma più che dare vita a un braccio di ferro nel partito, con la conta sul territorio, tessere o voti, ciò che sta più a cuore è confrontarsi su idee e programmi «andando in giro per l’Italia e incontrando la gente». Quindi la “ricetta” da lui proposta sarebbe questa: «Di mio partirei dalle idee e dai programmi, dal confronto con gli alleati di coalizione, dall’elaborazione di una classe dirigente che sia nuova – aggiunge – ma mixata con la classe dirigente che già c’è e che ha fatto grande questo partito in 20 anni Nessuno deve avere paura della novità, ma neppure della esperienza che si è accumulata in questi 20 anni con Berlusconi». «Ognuno fa le proprie proposte poi si discuterà», dice Stefano Caldoro, «L’importante é che la forza che dobbiamo esprimere sia tranquilla – dice – e di un partito che discute attorno al suo leader che è Berlusconi unitariamente con proposte di merito. Questo è il segnale che dobbiamo dare a tutti ed essere uniti. Le discussioni nel partito servono sempre se sono di merito – ha aggiunto – Manifestazioni e iniziative sono sempre positive»

 

 

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