Buon compleanno Paperino. L’anarchico Donald Duck incompatibile con la logica del profitto
Nasceva ottanta anni fa, il 9 giugno del 1934, il papero più famoso e controverso della Disney, battezzato come Donald Duck, e precisamente entrava in scena come “comparsa” del corto La gallinella saggia. Paperino uscì come rivista a fumetti nel 1938, raggiungendo da subito una fama di portata mondiale. Il pubblico fu conquistato dalle sue disavventure con la fidanzata Paperina-Daisy e i nipotini Qui Quo Qua. In Italia era Paolino Paperino, in Finlnadia Aku Ank-ka e in Arabia Batuk, ma si trattava sempre della stessa creatura immaginaria doppiata da Clarence Nash. Lo zio Paperone fu invece inventato dal brillante Carl Barks nel 1947 e si chiamava in origine Scrooge McDuck prendendo ispirazione dall’avaro protagonista del Canto di Natale di Dickens. Il vecchio papero, considerato dagli educatori del regime socialista di Allende l’archetipo del capitalismo selvaggio, fu la causa di una lettura politica dello squattrinato nipote Paperino, visto come personaggio di “sinistra” in quanto incompatibile con la logica del profitto del milionario zio. Ma Paperino, emarginato dalla sorte avversa, andava molto a genio anche a destra. Al punto che Franco Cardini lo adottò come suo personaggio di riferimento: “Paperino, con i suoi debiti, la sua scalogna, le sue sfuriate isteriche, era il segno che nel felice mondo di Paperopoli, Usa, qualcosa andava storto e qualcosa era ingiusto. Paperino era l’America degli anni Cinquanta perseguitata dalla “caccia alle streghe”, era quella degli anni Settanta insidiata dalla guerra del Vietnam; Paperino era il borghese piccolo piccolo assediato dai creditori e dai vicini di casa, oppresso dal fisco, impaurito dalla malavita”. Topolino invece, continuava Cardini , “è evidentemente l’establishment, uno squallido delatore, vincente e noioso. In un certo senso, è la peggiore destra del paese”. Le forzature interpretative di Paperino sono state, del resto, numerose: nel 1974 un saggio di Paolo Marovelli, Elvio Paolini e Giulio Saccomano attribuivano al suo disegnatore principale, Carl Barks, intenti conflittuali e antiautoritari che avrebbero fatto del personaggio Paperino un marxista in lotta con il potere.
Il disegnatore Carl Barks decise di creare attorno a Paerino un universo narrativo distinto da quello di Topolino, collocandolo in una città diversa e appioppandogli una famiglia di personaggi, a cominciare da un certo zio ricco, Paperon de Paperoni. La scuola di fumettisti italiani ha poi continuato ad arricchire il personaggio di sfaccettature, comprimari e situazioni ricorrenti, prediligendo in alcuni casi il suo lato più sfortunato e sfaticato. Ed è in risposta a tutto questo che Paperino ha voluto dimostrare a tutti e a se stesso di essere in grado di combinare qualcosa di utile, assumendo l’identità segreta del giustiziere Paperinik, o dell’agente segreto DoubleDuck. Secondo l’albero genealogico, Paperino è figlio di Ortensia de Paperoni (sorella di Paperon de’ Paperoni) e Quackmore Duck (figlio di Nonna Papera). Ha una sorella gemella, Della Duck, madre di Qui, Quo, Qua. Tanti i cugini, tra i quali il fortunato Gastone e lo scienziato Paperoga. Una fidanzata eterna, Paperina (Daisy Duck). Nelle prime immagini create dal disegnatore Dick Lundy il papero appariva diverso, più alto. Ma nel giro di pochi anni quel personaggio secondario delle serie di cartoni denominate da Disney Silly Simphonies divenne un beniamino del pubblico che oggi lo festeggia mentre resta irrisolto l’interrogativo di fondo: Paperino anti-eroe o eroe della fantasia che vince sull’utilitarismo? Duck