Da Fazio a Floris, la Rai è stata sempre “roba loro”. E adesso tentano l’assalto finale

6 Giu 2014 19:08 - di Girolamo Fragalà

Non è solo una questione di soldi. Mamma Rai – ma poi, di chi sarà mai mamma? – è da sempre roba loro, lo è stata nella prima repubblica e lo è stata nella seconda, a prescindere da chi stava al governo. Inutile si è rivelato qualsiasi tentativo di metterci mano, di portare un po’ di equilibrio a Viale Mazzini, di garantire una pur sottile imparzialità. E la sinistra non ha mai dato una risposta seria, ha usato tutti i trucchi dialettici per giustificare l’invasione, arrivando ad accusare gli altri di voler mettere il bavaglio. La vecchia lottizzazione delle reti – una alla Dc, una al Psi, una al Pci – si è mantenuta nel tempo, sotto altre forme e con una costante: Rai3 è rimasta saldamente nelle mani della sinistra e nessuno dice il perché.  E il sindacato, l’Usigrai, è sempre stato più rosso del rosso. Sarebbe fin troppo facile ricordare quando a un personaggio enorme e storico come Giorgio Almirante veniva concessa una manciata di minuti in un anno. Sarebbe altrettanto facile ricordare come dal piccolo schermo partiva la criminalizzazione di un intero mondo, il mondo della destra missina. Per finire ai tempi recenti, quando sono state costruite intere trasmissioni con l’unico obiettivo di demonizzare l’avversario. Le mani della sinistra sulla Rai non hanno risparmiato nulla, neppure gli show di intrattenimento, men che meno il Festival di Sanremo, ridotto ad essere un programma di propaganda, non a caso affidato alle sapienti cure di presentatori e di comici tutti rigorosamente di sinistra. E per toglierlo a Fabio Fazio c’è voluto il crollo di ascolti associato alle vendite davvero ridicole dei cd, con le canzoni (o presunte tali) passate inosservate nel mercato discografico. La guerra di oggi, tra scioperi annunciati e revocati, polemiche e tentativi di mediazione, è una guerra di potere tutta interna alla sinistra, con fazioni che sembrano riproporre le faide tra le correnti del Pd, tutto a scapito della credibilità dell’azienda. «Bisogna salvare la Rai dall’attacco portato ai suoi danni dalle varie sinistre», ha detto Maurizio Gasparri, con un’analisi precisa. C’è infatti la sinistra di Renzi che le toglie soldi senza restituirli ai cittadini (iIl canone resta infatti invariato e la Rai, privata di 150 milioni di euro, è indebolita rispetto alla concorrenza); c’è la sinistra dei sindacati interni, antiquata, ostile a ogni processo di modernizzazione; e c’è poi la sinistra storica, quella che ha inventato la lottizzazione, la tripartizione della Rai. «Ricordo – ha aggiunto Gasparri – quanto narrato da Angelo Guglielmi a proposito della nascita di Rai Tre, missione affidatagli da Walter Veltroni che lo incaricò, a nome del partito, di edificare la rete più importante per la sinistra». Ora nessuno vuol perdere la propria rendita di posizione. E Mamma Rai diventa sempre meno mamma.

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