Dopo il flop su Dante, Benigni torna in Rai con i Dieci comandamenti. Primo: guadagnare tanto…
Ci colpiscono così, a freddo, senza neanche darci il tempo di afferrare un telecomando. Prima ci annunciano Carlo Conti a Sanremo, infliggendo un durissimo colpo alle nostre aspettative di tele-vita, poi ci tramortiscono a tradimento con la riconferma di Massimo Giletti, quindi ci finiscono con l’annuncio della “puntata evento” di Roberto Benigni sui Dieci Comandamenti. Sui quali, forse, sarebbe leggermente più titolato a parlare Papa Francesco, piuttosto che il comico che si beccò perfino una scomunica dal Vaticano per aver pesantemente ironizzato su “Wojtylaccio”, uscita sanremese che finì per animare perfino un tempestoso dibattito in Parlamento.
In queste ore seguite all’annuncio dei palinsesti Rai per la prossima stagione, filtrano notizie e commenti scandalizzati sul compenso di Bruno Vespa, riconfermato anche nella prossima stagione per circa un milione di euro, ma anche inauditi allarmismi su un possibile passaggio di Giovanni Floris alla concorrenza, roba che non si sarebbe vista neanche a Barcellona se Messi se avesse avviato una trattativa col Real Madrid. Eppure nessuno si è chiesto, nè ha indagato, su quanto sia stato promesso alla premiata ditta Lucio Presta-Roberto Benigni: il primo, supermanager dei vip (e marito di Paola Perego, ovviamente confermatissima, anzi promossa); il secondo, idolo della sinistra intellettuale, che lo ha usato per anni come icona televisiva alla quale aggrapparsi con i denti, come Suarez con Chiellini, in tempi di sventure politiche in cui a ridere, nelle urne, erano altri. Benigni, che solo un anno fa aveva fatto registrare un clamoroso flop con le sue dodici serate di “Tutto Dante”, tornerà sulla rete ammiraglia prima di Natale con un monologo sui Dieci Comandamenti: anzi, undici, visto che il suo preferito è “onora il padre, la madre e il 740″. Guadagnare bene non è peccato, per carità, ma in tempi di “spending review” vale la pena di ricordare che il comico nel 2013 fece registrare una media dell’8% di share d’ascolto, il più basso tra tutte le reti Rai e Mediaset in prima serata, a fronte di una previsione del 15%: un gap che pare sia costato alla Rai svariati milioni di euro di mancati introiti pubblicitari, a fronte di investimenti importanti sul materiale registrato da Presta e Benigni nel corso dei tour nelle piazze italiane, filmati poi mandati in onda sulle reti di viale Mazzini con pesanti effetti narcolettici sui telespettatori. Quello show sui Dieci Comandamenti fu già annullato, lo scorso anno, a seguito delle polemiche sollevate dal centrodestra sui compensi di Benigni. Che ora ci riprova, dopo aver precisato nei giorni scorsi che Renzi si è meritato il 40% dei voti, così, giusto per non perdere l’abitudine.