Furiosi combattimenti in Ucraina, da Kiev Poroshenko telefona a Putin: «Fermiamo la crisi»
Dopo un’ennesima giornata di altissima tensione ai confini ucraini, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha avuto una conversazione telefonica con il leader del Cremlino Vladimir Putin, per illustrargli il suo piano per risolvere la crisi a est e nel sud dell’Ucraina. Lo annuncia il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato da Itar-Tass. Sembra che il buon senso torni di casa a Kiev, dopo che l’esercito ha brutalmente represso i movimenti separatisti filo-russi con tutti i i mezzi. Intanto i ribelli dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk sostengono di aver fermato una colonna di carri armati di Kiev. Lo riferisce Ria Novosti. A Snizhne, al confine tra la Russia e le regioni di Lugansk e Donetsk, sarebbero invece in corso combattimenti: in quella stessa zona le truppe di Kiev affermano di aver intercettato tre tank russi. Il ministero dell’Interno ucraino in mattinata aveva denunciato che tre carri armati hanno varcato il confine dalla Russia. Lo riferisce la Bbc. A riferire la notizia è la testata online Cenzor.net, che cita il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, secondo cui tre carri armati T-72 avrebbero varcato il confine nella notte, ma sarebbero stati intercettati dalle truppe di Kiev e uno di loro sarebbe stato colpito. Secondo il direttore di Resistenza informativa Dmitri Timchuk, i carri armati sarebbero invece due. Per la verità sembra molto improbabile che Mosca abbia inviato tre – o due – carri armati in Ucraina, perché non avrebbe alcun senso tattico né politico, e poi la notizia non è stata confermata da fonti indipendenti. È vero invece che quasi 8.000 profughi provenienti dall’Ucraina orientale sono entrati in queste ore in Russia, nella regione di Rostov sul Don, per sfuggire ai combattimenti tra i separatisti e le truppe di Kiev. Lo ha detto l’ombudsman russo per i diritti dell’infanzia, Pavel Astakhov, citato dall’agenzia Itar-Tass. Secondo Mosca sarebbero almeno 30.000 gli ucraini che si sono rifugiati in Russia dall’inizio degli scontri. Si è appreso poi che i separatisti filorussi dell’Ucraina orientale sono pronti a cessare le ostilità, ma deve essere Kiev ad avviare il processo di de-escalation delle violenze. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Mosca Serghiei Lavrov, citato dalle agenzie russe Lavrov ha anche aggiunto che la Russia prevede di presentare al Consiglio di sicurezza dell’Onu un progetto di risoluzione affinché Kiev implementi la roadmap promossa dall’Osce per mettere fine ai combattimenti nell’est dell’Ucraina.